Carcere. Il Garante: donne invisibili, ghetti per trans e omosessuali
ROMA - Nelle carceri italiani c'e' una "questione di genere: la detenzione da sempre e' pensata al maschile e applicata alle donne che per la loro scarsa rilevanza numerica rischiano di diventare invisibili e insignificanti per il sistema penale". E' l'allarme del Garante dei diritti delle persone detenute o private della liberta' personale, Mauro Palma, in occasione della sua prima relazione al Parlamento.
Palma riferisce che le donne rappresentano il 4,2% della popolazione detenuta e che gli istituti penitenziari femminili sono 4 su tutto il territorio nazionale con una presenza, al 31 dicembre 2016, di 589 donne. "Le altre 1.749- spiega il Garante- sono distribuite nei 46 reparti femminili all'interno di istituti maschili ma non e' solo una questione di numeri. In genere nelle sezioni femminili le donne hanno meno di tutto: meno spazio vitale e meno locali comuni, meno strutture e minori opportunita' rispetto agli uomini".
Altre due categorie a rischio sono i trans e gli omosessuali. "Un rischio di discriminazione e' presente tra le persone transessuali detenute nelle cinque sezioni a loro riservate laddove queste si trasformano in un ghetto con l'esclusione dai percorsi trattamentali, negando i diritti riconosciuti agli altri detenuti". Le sezioni poi "per persone omosessuali in Italia sono tre. Il Garante- si legge nella relazione presentata dalla Camera- esprime riserve sull'idea in se' di tali sezioni, vedendo il rischio di trasformare la richiesta di protezione in isolamento e di desocializzazione". (DIRE)