Carcere, il report di Antigone Marche: recidiva ai minimi per chi accede alle misure alternative
ANCONA - “Il carcere, un luogo di tutti”. È questo il titolo del Report 2021-2022 con cui Antigone Marche, associazione regionale per i diritti e le garanzie del sistema penale, racconta delle sue attività negli istituti di pena, delle persone incontrate e delle situazioni di vita ‘dentro’. Il Report contiene informazioni numeriche e dati statistici raccolti sia a livello locale che nazionale (con un sunto del rapporto nazionale 2022 di Antigone, ‘Il carcere visto da dentro’), ma anche alcuni racconti di vita e una panoramica delle iniziative pubbliche sviluppate.
“Il Report non vuole e non può riuscire a riassumere tutto quanto l’associazione ha fatto in questo biennio, ma vuole offrire un racconto di quello che in carcere vediamo e tocchiamo con mano - spiega la presidente dell’Associazione, Giulia Torbidoni -. Tra quelle mura vivono delle persone, persone che forse conosciamo, che fino a pochi giorni fa erano nostre vicine di casa o che sono state nostre compagne di scuola. Lì dentro potrebbe finirci davvero chiunque, perché il confine è molto spesso facilmente valicabile. È nostro interesse capire come lì dentro si viva e come se ne esca, anche in un’ottica di prevenzione, soprattutto tra i più giovani. Il carcere è, dunque, un luogo di tutti perché ci riguarda tutti”.
Aggiunge la presidente: “Dei dati che riportiamo nel report, uno tra i più emblematici resta per noi il tasso di recidiva, che si attesta a circa il 67% tra chi ha scontato la pena dietro le sbarre ma scende al 19% tra chi ha avuto accesso a misure alternative. Una differenza enorme che dimostra come dalle misure alternative possano arrivare maggiore efficacia nel trattamento e un calo della pressione sulle strutture detentive e che ci fa dire che è su queste e sulla ristrutturazione degli istituti esistenti, piuttosto che nella costruzione di nuovi carceri, che si deve fare leva”.
“Significa un grande impegno nell'ascolto e nel sostegno ai detenuti, ma anche nel confronto con gli Istituti, con l’area educativa e la polizia penitenziaria, sempre con la volontà di contribuire a rendere meno dura, per tutti, la vita dentro”, conclude la presidente.