Carcere, la mossa di Napolitano: “Considerare indulto o amnistia”
Carcere. Messi alla prova
ROMA - “Abbiamo un obbligo giuridico che ci impone di dare soluzione al sovraffollamento delle carceri: pongo al Parlamento l’interrogativo se esso non possa prendere in considerazione un provvedimento di clemenza, indulto o amnistia”. A dirlo, durante la visita compiuta al carcere di Poggioreale a Napoli, è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha anche annunciato di aver “pronto un mio messaggio in Parlamento sulla situazione delle carceri” ma di aver anche deciso di attendere, prima di trasmetterlo, “un momento di maggiore serenità e attenzione politica perché mi auguro venga ascoltato e meditato con tutto il necessario sforzo e coraggio”.
box Napolitano, che si trova a Napoli per commemorare le vittime delle Quattro Giornate in occasione del 70° anniversario, e che nella giornata di domenica presenzierà anche alla cerimonia di apertura della "XIV Giornata europea della Cultura Ebraica", ha inserito nel suo programma anche una visita ai detenuti nel carcere di Poggioreale ed è anche ad essi (oltre a dirigenti e operatori che in carcere lavorano) che si rivolge con un discorso breve (il Capo dello Stato parla per sette minuti) ma assai deciso e a tratti anche severo.
La questione più problematica che il presidente Napolitano fa notare è quella del sovraffollamento carcerario: “Voi sapete che abbiamo un obbligo giuridico, europeo e nazionale, sapete che c’è una sentenza della Corte di Strasburgo che ci impone di dare una soluzione soddisfacente al sovraffollamento delle carceri italiane, ci pone un termine e sapete anche come in tempi recenti siano state messe in cantiere insieme al Parlamento delle misure che hanno cominciato ad alleviare un po’ le condizioni di alcune carceri”.
Nel messaggio che ha preparato e che attende di inviare alle Camere, dice Napolitano, egli richiama i termini della sentenza che impone all’Italia di agire, passa in rassegna le azioni finora compiuta sottolineandone luci e ombre, e “pongo al Parlamento anche l'interrogativo se esso non ritenga di prendere in considerazione la necessità di un provvedimento di clemenza, di indulto e di amnistia”. “E' un provvedimento – continua Napolitano - che non può prendere d'autorità il presidente della repubblica che non ne ha i poteri, che non può prendere il governo da solo e che ha bisogno di un consenso molto ampio delle Camere, forse troppo ampio secondo quanto stabilito con modifica della norma originaria, una maggioranza di due terzi". Questa maggioranza qualificata, specifica subito il capo dello Stato, “non deve essere un freno nell’esaminare fino in fondo la necessità di un provvedimento simile, se si è convinti della necessità di rispondere non solo ad un obbligo giuridico, ma anche a quello che è un imperativo umano e morale”. Quella del sovraffollamento carcerario “non è – aggiunge Napolitano – una questione di gestione freddamente considerata, ma una questione di sofferenza umana che qui si concentra e che raggiunge dei livelli insopportabili: e ci vogliono soluzioni effettive”. “Abbiamo bisogno – conclude il capo dello Stato, con inevitabile riferimento anche all’attualità politica - che il Parlamento discuta e lavori, non che il Parlamento ogni tanto si sciolga, non di campagne elettorali a getto continuo ma di stabilità”. (ska)