Carcere, un detenuto su tre lavora. Ma solo il 5% per imprese o cooperative
ROMA - Su una platea di oltre 60 mila detenuti presenti negli istituti penitenziari, uno su tre è coinvolto in attività lavorative, ma tra questi non più dell’1% è impiegato presso imprese private e il 4% presso cooperative sociali. La stragrande maggioranza, pari all’85%, lavora alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria, spesso per brevi periodi. Sei condannati su dieci sono già stati in carcere almeno una volta. Si stima che il dato della recidiva possa calare al di sotto del 3% per i detenuti che hanno avuto la possibilità di un inserimento professionale. Circa il 34% dei detenuti frequenta corsi di istruzione e il 6% percorsi di formazione professionale. Il 32% degli istituti penitenziari dispone di aule didattiche utilizzate per corsi di istruzione di I e II grado e per l’istruzione terziaria, di cui oltre la metà cablato. Il 65% dispone solo di aule per istruzione primaria e secondaria, mentre il 3,5% non dispone affatto di aule. Circa uno su quattro degli istituti dispone di spazi non utilizzati, sebbene siano cablati e possano essere impiegati per percorsi formativi. Lo rende noto il CNEL a margine del convegno di oggi a Villa Lubin su “Cooperazione sociale e giustizia: un ponte tra carcere e società”, organizzato da Confcooperative Federsolidarietà.