Carcere: un percorso comune per risolvere i problemi della polizia penitenziaria
ANCONA – “Assenza di progettualità, mancanza, in alcune sedi, di dirigenti, operatori ed educatori, unificazione non perfezionata sul versante operativo dei due plessi di Montacuto e Barcaglione, il ‘caso’ Camerino dopo la chiusura per il terremoto, la marginalizzazione del territorio nell’ambito dell’articolazione amministrativa del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria” e l’annoso problema degli organici “che non rispondono alle esigenze dei diversi istituti penitenziari”. Sono questi i punti principali sui quali si è concentrato l’incontro promosso dal Garante dei diritti delle Marche, Andrea Nobili, con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria: un Corpo alle prese con la “necessità di nuove attività trattamentali” in un carcere la cui popolazione è mutata radicalmente rispetto al passato e che sta cercando, tra mille frizioni, di cambiare pelle.
- Al centro della riunione anche il problema del sovraffollamento che torna a farsi sentire e “gli episodi come quello dei giorni scorsi a Villa Fastiggi di Pesaro, con la rivolta di un gruppo di nordafricani. La punta dell’iceberg - spiega una nota della regione - di una situazione complessa, presa in esame nel corso dell’incontro al quale sono stati chiamati a partecipare anche i consiglieri regionali”. “Quando interpreto il ruolo di Garante dei detenuti – ha sottolineato Nobili, oggi impegnato a Bruxelles con la conferenza della ‘Rete europea dei difensori civici’ - ho ben chiaro che è indispensabile avere una visione complessiva del sistema penitenziario. Sembrava fossimo usciti da una fase emergenziale, ma dobbiamo constatare che il sovraffollamento torna a presentarsi, anche se in forme molto più contenute rispetto ad altre regioni italiane. Ecco allora che il lavoro della polizia penitenziaria diventa fondamentale, anche per arginare episodi come quello di Villa Fastiggi a Pesaro che, senza un pronto intervento, avrebbe potuto avere conseguenze più gravi. Ribadisco che in quella circostanza sono state messe in campo una grande sensibilità e una altrettanto significativa professionalità”.
I carichi di stress psicologico non adeguatamente supportati, il divario tra gli agenti assegnati e quelli effettivamente in servizio e le condizioni degli istituti sono tra le criticità evidenziate dai rappresentanti sindacali: presenti Nicandro Silvestri (Sappe), Maurizio Gabucci (Fns – Cisl), Gianluigi Irmici (Cgil - Pp) ed Antonio Mottola (Osapp), insieme ai consiglieri regionali Gianni Maggi ed Elena Leonardi. “Si tratta di un sistema molto complesso – ha sottolineato Elena Leonardi – che va ad incontrare nuove difficoltà anche per la nuova impostazione data alle carceri su base nazionale. Ritengo che la nostra attenzione sia stata sempre alta e che vada, comunque, rafforzata attraverso uno scambio continuo di informazioni, che ci permetta d’intervenire in base alle possibilità che andremo a verificare”. Secondo Gianni Maggi “occorre una presa di posizione più incisiva soprattutto per quanto riguarda le responsabilità gestionali e l’applicazione pratica delle previsioni che troppo spesso restano solo belle parole sulla carta”.
Da parte del Garante l’impegno ad affrontare, in modo sistematico e per quanto di sua competenza, le diverse criticità, attraverso un percorso da costruire con il contributo di tutti i soggetti direttamente interessati. Nel corso dell’incontro è stata annunciata una lettera al Dipartimento competente del Ministero di Giustizia “per far presenti alcune questioni specifiche” ed è stata prospettata la possibilità di organizzare, anche con la collaborazione del Consiglio regionale, un evento pubblico che accenda un riflettore sull’attuale stato degli istituti penitenziari marchigiani”. (Teresa Valiani)