Carceri. Di Giacomo (Osapp): “L’accordo con Albania è una goccia nel deserto”
“L’accordo con l'Albania per fare in modo che i detenuti albanesi in Italia possano scontare la pena nel proprio Paese in cambio di una formazione professionale, annunciato dal capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, è solo una goccia nel deserto, tenuto conto che i detenuti albanesi sono solo il 10% di quelli stranieri. Complessivamente i detenuti stranieri nei nostri penitenziari sono poco meno di 18 mila”. Ad affermarlo in una nota è Aldo Di Giacomo, vice segretario generale Osapp (Organizzazione sindacale autonoma di Polizia penitenziaria), che ricorda come la presenza più massiccia sia rappresentata da detenuti di origine marocchina (20,3%), seguiti da detenuti romeni (11,6%), albanesi (10,3%), tunisini (10,1%) e nigeriani (7,1%). Vi sono poi percentuali inferiori di detenuti egiziani (3,8%), senegalesi (2,7%), algerini (2,5%), gambiani (2,2%), pakistani (1,8%), peruviani (1,4%), ucraini (1,3%), bosniaci (1,1%), cinesi (1%), georgiani (1%), e altre nazionalità le cui percentuali si fermano sotto l’1%.
“Pertanto replicare l’esperienza della Gran Bretagna che ha già stipulato un accordo con l'Albania al costo di 34 euro al giorno per ogni detenuto albanese recluso nelle proprie carceri, forse produrrebbe un piccolo risparmio ma non risolverebbe il problema del sovraffollamento che segna l’emergenza del nostro sistema penitenziario – conclude Di Giacomo -. Un’emergenza aggravata dalla presenza di extracomunitari con i quali non si è grado troppo spesso nemmeno di parlare e che sono stati autori di rivolte ed aggressioni al personale. È lo stesso capo del Dap a riferire che ogni mese registriamo un incremento di circa 400 detenuti. Pensare di fare accordi con altri Paesi, specie extra Ue, nonostante gli impegni espressi in più occasioni dal Ministro Nordio non ha prodotto sinora alcun risultato. Forse è il caso che la Premier Meloni inserisca una clausola nel Piano Mattei che lo Stato Africano che riceve aiuti economici ed investiti italiani pubblici e privati si riprenda i suoi detenuti o rinunci agli aiuti”.