Carceri, Garante infanzia: nessun bambino si deve sentire diverso
Roma - "I bambini non devono mai essere vittime dello stato di detenzione dei genitori". Cosi' la Garante Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, Filomena Albano, a margine della firma del Protocollo di intesa tra Autorita' garante, Ministero della Giustizia e Bambinisenzasbarre Onlus.
"Un passo in avanti - ha detto la Garante - nella tutela delle persone di minore eta' al mantenimento del legame affettivo con i genitori detenuti".
Il Protocollo - "Carta dei figli di genitori detenuti" - promuove una attuazione concreta della Convenzione ONU sulla tutela dei diritti di bambini e adolescenti agevolando e sostenendo i minori nei rapporti con il genitore detenuto all'interno degli istituti penitenziari, indicando formule adeguate di accoglienza dei minori in carcere e prevedendo una informazione adeguata circa le regole di visita e la vita detentiva. La Carta prevede altresi' l'istituzione di un Tavolo permanente, da convocare ogni tre mesi, con compiti di monitoraggio periodico e di promozione della cooperazione tra i soggetti coinvolti, al fine di favorire lo scambio di buone prassi, analisi e proposte".
Il Tavolo verra' convocato proprio su impulso dell'Autorita' garante: "Sara' importante- spiega Albano- verificare il numero di colloqui effettivamente fruiti annualmente dai bambini e dagli adolescenti che hanno genitori in carcere, per verificare il mantenimento dei legami familiari, pur in presenza di una detenzione, attraverso colloqui o altre forme di comunicazione a distanza".
"Senza mai dimenticare il preminente interesse delle persone di minore eta' - puntualizza la Garante Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza- pertanto nessun bambino puo' essere costretto a far visita al proprio genitore in carcere, ad esempio quando la causa della detenzione va individuata proprio in un reato accertato o contestato avvenuto in ambito familiare".
Filomena Albano conclude: "Ritengo sia un bene che il Protocollo venga conosciuto a livello internazionale, per questo mi impegno a promuoverne la diffusione, anche attraverso l'Enoc - la Rete dei Garanti europei, affinche' l'esperienza italiana - conclude la Garante - possa rappresentare un modello virtuoso per altri Paesi e innalzare il livello di tutela per i figli dei genitori detenuti, categoria particolarmente vulnerabile e soggetta a possibili atteggiamenti discriminatori". (DIRE)