5 aprile 2018 ore: 17:36
Giustizia

Carceri. Intesa Anci-Dap: detenuti al lavoro nel recupero di spazi pubblici e aree verdi

L’accordo prevede la promozione e l’attuazione di un programma sperimentale per coinvolgere i detenuti in attività lavorative extramurarie rivolte alla protezione ambientale. Il Ministro Orlando: “Il lavoro come leva fondamentale del trattamento penitenziario”
Lavori socialmente utili. Giardiniere

ROMA - Un protocollo d’intesa per incrementare le opportunità di lavoro e di formazione lavorativa dei detenuti nella tutela dell’ambiente e nel recupero degli spazi pubblici e delle aree verdi. Lo hanno sottoscritto oggi, a Roma, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo. L’accordo di collaborazione prevede la promozione e l’attuazione di un programma sperimentale per coinvolgere i detenuti in attività lavorative extramurarie rivolte alla protezione ambientale. Inoltre, le comunità penitenziarie saranno sensibilizzate ad incrementare i livelli di raccolta differenziata e coinvolte nella promozione di modelli di gestione del ciclo dei rifiuti.

“Con questo accordo – ha dichiarato il Ministro Orlando - vogliamo sottolineare una volta di più l’importanza del lavoro come leva fondamentale del trattamento penitenziario. Governo e Parlamento hanno scelto di andare verso un nuovo modello penitenziario, finalmente e realmente aderente al dettato della nostra Costituzione: un modello finalizzato non soltanto al reinserimento sociale dei detenuti e al conseguente abbattimento del rischio di recidiva, ma anche allo svolgimento di attività gratuite in favore della collettività come finalità riparativa della pena. Ha valore particolarmente significativo che le attività in cui saranno impegnati i detenuti siano mirate alla protezione dell’ambiente, tema fondamentale per il nostro Paese”.

Il Protocollo ha durata triennale, è rinnovabile e partirà in via sperimentale dai Comuni capoluogo delle città metropolitane. Il programma delle attività, da aggiornarsi annualmente, sarà demandato ad una apposita Unità paritetica di gestione, composta da due componenti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dell’Anci.
“Questa intesa, che rinsalda e attualizza una collaborazione avviata nel 2012 sui lavori di pubblica utilità – ha affermato il presidente dell’Anci Antonio Decaro – mette alla prova la capacità di tutti noi di saper offrire un’opportunità a chi ha deviato dalla legge. I sindaci sanno bene che spesso i detenuti non sono feroci criminali, ma persone che hanno sbagliato, per svariati motivi. Per queste, soprattutto per i più giovani, il carcere dev’essere un luogo dove scontare la pena, ma anche una occasione di recupero e reinserimento nella società. In particolare al Sud, gli amministratori delle città conoscono le lacerazioni delle famiglie che vivono l’esperienza del carcere. Per questo abbiamo sposato con convinzione l’idea di un protocollo con il Ministero della Giustizia – conclude Decaro – che non obbliga al lavoro forzato, ma dà ai detenuti la possibilità di imparare un mestiere, contribuire alla cura del bene pubblico e riabilitarsi socialmente, agli occhi delle loro famiglie e delle comunità”.

“Il protocollo presta particolare attenzione all’ambiente – ha dichiarato Santi Consolo – e valorizza al contempo la formazione e l’impiego lavorativo delle persone detenute. Da oltre 18 mesi l’amministrazione penitenziaria ha intrapreso un  percorso virtuoso per incrementare la raccolta differenziata negli istituti che è passata dal 59% del luglio 2016 al 95% del marzo 2018. I detenuti impiegati, ad oggi, sono circa 570 e 973 sono le sezioni detentive in cui operano. Grazie all’accordo siglato oggi con l’ANCI puntiamo a raggiungere il 100% della copertura a livello nazionale coinvolgendo anche quei comuni che ancora non hanno attivato il servizio. Il protocollo ANCI/DAP può essere considerato un esempio di buona prassi strutturata tra pubbliche amministrazioni, utile all’intera collettività. Puntiamo sul lavoro dei detenuti nel trattamento dei rifiuti che da “ rifiuti” si trasformano in risorse e beni per la collettività e l’ambiente”.

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