Caregiver, al via l'iter del ddl. Confad segnala le “inadeguatezze” da correggere
Prenderà il via il 4 febbraio la discussione in Commissione del ddl 1461. Per Confad, se dovesse essere approvato così com'è, "sarebbe incapace di tutelare un ruolo complesso”. Dopo il Manifesto, Confad esprime la sua contrarietà all'ipotesi di riparto del fondo su base regionale
ROMA – Attesa e preoccupazione per l'avvio dell'iter in commissione del ddl che dovrebbe riconoscere e tutelare il caregiver familiare. “Se dovesse essere approvato così com'è, non potrà tutelare un ruolo così complesso per chi non lo esercita, ma tristemente e palesemente noto a chi lo affronta”: così interviene nuovamente il Confad (Coordinamento nazionale famiglie con disabilità), che già alcune settimane fa aveva diffuso un “manifesto” in cinque punti, con le principali richieste di correzione e integrazione della proposta in merito a tutele previdenziali, sostegno economico, diritto alle cure, al riposo e alle ferie, politiche attive per il lavoro, snellimento burocratico.
Oggi torna sul tema, Confad, esprimendo la propria “assoluta contrarietà alle ipotesi di riparto su base regionale del fondo dedicato, ventilate in questi ultimi periodi”. In generale, per quanto riguarda le risorse, Confad ritiene “la risposta della copertura finanziaria non adeguata alle necessità dei caregiver familiari” e, in particolare, “l’eventualità della ripartizione delle risorse alle regioni adeguata per le già evidenti disparità di trattamento dei caregiver familiari sul territorio nazionale”. Sempre riguardo l'ipotesi di ripartizione del fondo, questa comporterebbe, per Confad, anche “un eccesso di burocratizzazione delle procedure, aggravata da possibili successive ripartizioni per sotto-ambiti, con conseguente ritardo sulla possibilità di fruizione”. Non solo: “L'eventuale ripartizione delle risorse alle regioni violerebbe la libera scelta del caregiver familiare, unico destinatario diretto del fondo dedicato, al quale verrebbe preclusa la possibilità di ideare e mettere in atto un'azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla”.
Infine, Confad ritene il presunto “servizio a supporto al ruolo del caregiver familiare e il riconoscimento del caregiver familiare nella rete assistenziale non adeguati, date anche la carenza, se non l’assenza, di servizi e reti sul territorio nazionale. I caregiver familiari sono stanchi, non solo di attendere tutele, ma di più, di essere presi in giro – conclude Confad - Si dia vita ad una legge subito, ma che sia seria e dignitosa”. La lettera è firmata dal presidente nazionale Alessandro Chiarini.