Caregiver, istituti e povertà: le criticità del “Rapporto Ombra” riprese dall'Onu
ROMA – L'Onu raccoglie e riconosce il “Rapporto alternativo sui diritti delle persone con disabilità”, elaborato dal Coordinamento nazionale famiglie disabili. Ribattezzato “Rapporto ombra” dagli stessi autori, il documento è stato presentato al Comitato Onu per i diritti delle persone con disabilità, che recentemente ha verificato il rispetto da parte dell’Italia della stessa Convenzione e ha quindi elaborato il “Rapporto sulle principali aree di preoccupazione e raccomandazioni”, riprendendo alcune annotazioni riportata dal Coordinamento.
Ma quali sono le criticità segnalate dal Coordinamento e riprese dal Comitato Onu? La prima, fondamentale, è il mancato riconoscimento del caregiver familiare e alle violazioni che subisce, “per associazione”, insieme al familiare disabile assistito. Il coordinamento chiede dunque la parificazione dei Caregiver Familiari ai congiunti con disabilità che essi assistono, soprattutto quando si tratti le donne alle quali viene negato l'impiego nel mercato del lavoro, proprio in relazione al loro lavoro di cura 24 ore su 24. “Pertanto – afferma il Coordinamento - al caregiver familiare devono essere riconosciute le stesse tutele relative ai diritti delle persone con disabilità, in quanto condizioni del tutto equiparabili”.
Tra le altre criticità segnalate dal Coordinamento e fatti propri dal Comitato Onu, c'è poi l'eccessivo ricorso all'istituzionalizzazione, a fronte della “necessità di rivolgere le risorse interne dell'Italia, attualmente destinate all'istituzionalizzazione, verso l'inclusione, la conservazione e la vita indipendente della persona con disabilità nel proprio tessuto sociale”. Un'altra grave violazione della Convenzione consiste nelle “condizioni di estrema povertà ed impoverimento delle famiglie, a causa di continue misure di austerità del governo italiano, dirette soprattutto alle famiglie con disabilità, e culminate nella vicenda del nuovo e vessante Isee, opportunamente in parte cancellato dai Tribunali italiani, a fronte del ricorso promosso proprio dal Coordinamento nazionale famiglie disabili”.
Nel Rapporto si fa poi riferimento alla necessità di incoraggiare e sostenere l'istruzione delle persone con disabilità cognitiva, in modo da garantire la parità di accesso a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale e l'urgenza di uniformare i sostegni rivolti alle persone con disabilità in tutte le regioni italiane. Infine, il Comitato Onu ha iniziato e concluso il suo “Rapporto sulle principali aree di preoccupazione e raccomandazioni”, raccogliendo un'esplicita denuncia del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili, sull'assenza in Italia di un organismo di controllo imparziale e realmente rappresentativo delle persone con disabilità. Il Comitato Onu, inoltre, si è detto”preoccupato per il fatto che l'Osservatorio Nazionale della condizione delle Persone con Disabilità neghi illegittimamente l'accesso dei Caregiver Familiari negli organismi rappresentativi e la loro partecipazione ai processi decisionali”. (cl)