Carta Acquisti, il nuovo strumento del governo Meloni acuisce la guerra tra poveri
ROMA – “Il Governo introduce l'ennesima misura discriminatoria. Come già fatto con le misure che sostituiranno il Reddito di cittadinanza, l'AdI e il SFL, il Governo determina quali persone in povertà sono meritevoli di aiuto e quali no. È l’accusa lanciata dalla Campagna “Ci vuole un reddito” di Terra! Onlus e sul banco degli accusati ci vi è la Carta Acquisti. “Per percepire la Carta Acquisti – si legge nella nota diffusa dalla campagna – che prevede l'erogazione di 382,50 euro una tantum per l'acquisto di beni di prima necessità, bisogna far parte di nuclei familiari numerosi, con Isee fino a 15.000 euro, residenti in Italia. La Carta non andrà invece a chi gode di altre forme di sostegno economico pubblico, inclusi il Reddito di Cittadinanza e la Naspi”.
“Una misura di contrasto alla povertà alimentare, che quindi esclude proprio chi più ne avrebbe bisogno - i soggetti più poveri - discrimina i migranti, persegue il disegno familista con la penalizzazione delle famiglie meno numerose, colpevolizza e punisce chi già percepisce sostegni pubblici e chi non lavora, acuendo la lotta tra poveri. Uno strumento che pone in secondo piano l’accesso al cibo di qualità, un diritto che dovrebbe essere riconosciuto a tutte le fasce della popolazione e che è un pezzo di una battaglia più grande, quella contro i cambiamenti climatici”. Secondo la campagna “Ci vuole un reddito” ad inizio 2022 erano più di 2 milioni le persone in Italia in condizione di insicurezza alimentare e 13 milioni quelle a rischio povertà alimentare. “Un quadro sicuramente peggiorato dall'aumento del prezzo della spesa alimentare, incrementato del 7,7% nel 2023 rispetto all'anno scorso, che ha spinto molte persone verso i discount”.
“Noi rivendichiamo strumenti che garantiscano a tutte e tutti l'accesso ad un cibo sano, nutriente, di qualità, socialmente ed ecologicamente giusto – conclude la nota –. Noi chiediamo strumenti di contrasto alla povertà efficaci e non discriminatori. Per questo scenderemo in piazza il 27 maggio a Roma! Gridiamo no alle politiche di questo governo!