Casa della carità, dal primo agosto contratto di solidarietà per i dipendenti
MILANO - Per i 53 dipendenti della Casa della carità dall'inizio di agosto è entrato in vigore il contratto di solidarietà. L'accordo siglato con Cgil e Cisl prevede una riduzione del 30 per cento delle ore di lavoro e del 15 per cento delle retribuzioni. L'alternativa era il licenziamento di 15 esuberi. "Abbiamo dovuto fare questa scelta perché non vogliamo rinunciare ad ospitare gratuitamente chi ha bisogno -spiega don Virginio Colmegna-. Il lavoro non ci manca, anzi: il problema è che sono diminuite le donazioni e anche gli enti locali hanno meno risorse". Nel 2012 la Casa della carità ha chiuso il bilancio con un buco di circa 670mila euro. "Stiamo facendo di tutto per risparmiare -aggiunge il sacerdote-. Per fortuna non mancano i volontari, ma siamo certamente in una situazione difficile".
Nel 2012 la Casa della carità ha ospitato 337. Gli accessi a docce e guardaroba sono stati 2.880, mentre 1.690 le visite all'ambulatorio medico e psichiatrico. I percorsi di inserimento lavorativo sono stati 98 e hanno portato gli ospiti almeno ad avere una borsa lavoro. I tempi di permanenza nella Casa, con l'aumentare del disagio, si sono prolungati: da sei a nove mesi. E così anche i costi. Durante l'ultima assemblea sindacale, i dipendenti hanno anche deciso di creare un fondo di solidarietà per aiutare i colleghi che, anche a causa della riduzione delle stipendio, si trovano ora in difficoltà. (dp)