Casa, la Regione Emilia-Romagna rifinanzia il fondo affitti con 3,7 milioni
La Regione Emilia-Romagna mette in campo 3,7 milioni di euro per il fondo affitti 2017, destinato alle famiglie in difficolta'. Quelle che per una grave malattia, la perdita o l'improvvisa riduzione dell'orario di lavoro, o per i debiti contratti nel tempo, non riescono a sostenere la spesa per l'affitto. Le risorse sono destinate infatti ai nuclei con un reddito Isee massimo di 17.500 euro l'anno. Nel 2015, lo stesso provvedimento ha visto piu' di 25.000 beneficiari. La locazione, ricorda la Regione citando una ricerca del suo servizio statistica, e' una voce che ha un peso rilevante nel bilancio domestico: quasi il 40% della spesa media mensile di ogni famiglia, infatti, viene assorbito dai costi relativi a canone e utenze. Il Fondo, attivato da una legge nazionale nel 1998, dal 2016 e' stato sospeso, e quindi la Regione ha deciso di provvedere autonomamente.
"Il fondo e' dei finanziamenti piu' graditi e attesi dai nostri Comuni e tra i piu' efficaci sul piano dei risultati raggiunti- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini- Ho sempre detto che avrei fatto di tutto per poter riattivare tale misura e in questo sono stata sostenuta anche dal sindacato, che ringrazio". Aggiunge dal canto suo l'assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti: "E' un'ulteriore risposta della Regione a un'esigenza reale di tanti cittadini che stanno attraversando un momento di difficolta'. Tra le priorita' del nostro mandato non ci sono solo la crescita e l'occupazione, ma anche un sostegno tangibile alle fasce piu' deboli. Abbiamo sempre detto- aggiunge- che non vogliamo lasciare nessuno solo e lo stiamo facendo".
Il sostegno del fondo puo' variare da un minimo di tre ad un massimo di sei mensilita' di affitto e comunque entro un tetto di 3.000 euro l'anno, spiega la Regione.
Nel 2015 su questo capitolo Viale Aldo Moro ha messo a disposizione quasi 11 milioni di euro, di cui 2,2 di risorse proprie e 8,5 di provenienza statale. Nello stesso anno, per aumentare l'efficacia del contributo (che nel 2014 e' stato mediamente di 500 euro per ogni nucleo famigliare) sono stati individuati nuovi criteri e regole per la gestione del fondo.
Il riparto delle risorse avviene per distretto socio sanitario (precedentemente avveniva per Comune), sulla base di alcuni parametri tra i quali il numero delle famiglie residenti nei singoli territori e i nuclei in lista d'attesa nelle graduatorie delle case di Edilizia residenziale popolare (Erp). Spetta invece ai Comuni stilare una graduatoria delle domande presentate dalle famiglie. (DIRE)