Case di periferia, ma ecologiche. Sono italiani gli architetti più "green"
Il momento della premiazione |
ROMA - Incontrarsi, progettare case autosufficienti, ecologiche e tecnologicamente avanzate per massimizzarne l’efficienza è l’intento dei partecipanti al concorso internazionale Solar Decathlon Europe 2014, l'Olimpiade dell'architettura green creata nel 2007 e ideata dal Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti a cui hanno aderito università provenienti da tutto il mondo. A conquistare il primo posto dell’edizione di quest’anno che si è svolta a Versailles dal 26 giugno al 14 luglio è stato il team dell'Università Roma Tre guidato dall’architetto Chiara Tonelli con il progetto RhOME for denCity realizzato da 40 studenti e pensato per il recupero di Tor Fiscale, un quartiere della periferia romana. Il prototipo rappresenta una casa ad alta tecnologia, realizzata in legno certificato a basso impatto ambientale, dotata di illuminazione naturale e artificiale di avanguardia, con una forte attenzione alla qualità dell'aria interna per garantire comfort e salubrità. Il team vincente è convinto che “mescolare diverse competenze, migliora l’innovazione e la creatività, per questo la squadra coinvolge docenti, ricercatori e studenti di tre differenti dipartimenti dell’Università degli Studi Roma Tre e un dipartimento del Politecnico di Milano”
Verde e alimentata al 100% da energia solare, la casa di RhOME for denCity, si inserisce quindi in un più ampio progetto di riqualificazione di un’area individuata nella periferia sud-est della capitale. Utilizzando uno stile innovativo e metodi di costruzione avanzati “RhOME si concentra su nuovi concetti di sostenibilità ambientale per ottimizzare le risorse climatiche e i materiali locali, è una nuova tipologia di casa per Roma, una soluzione abitativa per una città ‘compatta’, che minimizza il consumo di suolo e l’impatto ambientale scegliendo l’housing collettivo piuttosto che individuale". L’abitazione è in sé un piccolo gioiello di innovazione tecnologica e sapienza costruttiva: un appartamento con elevatissime prestazioni in termini di efficienza energetica, abbattimento pressoché totale degli sprechi e utilizzo di materiali riciclati.
La fase finale della competizione prevede che le abitazioni progettate dai 20 team provenienti da tutto il mondo (16 paesi in concorso) siano aperte al pubblico ed ai professionisti e visitabili nel medesimo spazio espositivo. Il vincitore deve superare 10 gare (decathlon) che misurano le performance delle case secondo criteri predefiniti, test, dispositivi di misurazioni ecc. La giuria è composta da professionisti del settore delle costruzioni, tecnici e scienziati. Naturalmente è la squadra con il maggior numero di punti a salire sul podio.
Il prototipo presentato a Versailles |
Educare l’opinione pubblica sul consumo energetico responsabile e contribuire alla conoscenza e alla diffusione di abitazioni industrializzate, solari e sostenibili è l’obiettivo del Solar Decathlon Europe che dal 2002 ha coinvolto 112 squadre, influenzato le vite di quasi 17 mila concorrenti ed attualmente include 65 team partecipanti e quasi 10 mila studenti nelle tre competizioni del mondo: Solar Decathlon Europe 2014, il Solar Decathlon China 2013, e Solar Decathlon 2013. I ragazzi che vi partecipano sono stimolati a pensare in modo creativo e a sviluppare soluzioni nuove che contribuiscano al risparmio energetico e alla sua influenza nella vita quotidiana. I professionisti dell’edilizia inoltre vengono incoraggiati a selezionare materiali e sistemi che riducono l’impatto ambientale di un’abitazione, ottimizzandone la fattibilità economica e fornendo al tempo stesso comfort e sicurezza. In sintesi la gara tende a dimostrare chiaramente e tecnicamente che le case ad alta prestazione solare possono essere comode, attraenti e convenienti dal punto di vista economico. (slup)