4 novembre 2013 ore: 11:38
Giustizia

Caso Cancellieri, associazioni: "Con le polemiche a rischio le riforme"

Le polemiche dopo la telefonata della ministra della Giustizia per il caso Ligresti. Ristretti Orizzonti: istituire il Garante nazionale, maggior ruolo al volontariato, attenzione ai suicidi e alle “morti di carcere”. Corleone: "Questa bufera è un frutto avvelenato...". Il Seac: "Fatti del genere allontanano la discussione dai temi reali”
Francesco Cocco/Contrasto Carcere, detenuto in penombra

boxPADOVA - “Noi di Ristretti Orizzonti, che da anni cerchiamo di dare dignità a chi si suicida in carcere o muore per cause non chiare o per negligenze e disattenzione, pensiamo che questa telefonata debba diventare l’occasione di una riflessione seria e di alcune proposte”. Così Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti, si inserisce nel dibattito scatenato dalla telefonata del ministro della Giustizia Cancellieri a tutela della detenuta Giulia Ligresti. Per Favero molti sono i temi su cui sarebbe utile riflettere: suicidi, trasferimenti, patologie gravissime ritenute compatibili con il carcere, permessi di necessità che arrivano solo quando il familiare è in punto di morte, o già morto, parenti trattati come colpevoli. “Vogliamo che qualcosa cambi, e ci sono tante cose che possono cambiare da subito senza aspettare che cambino le leggi”.

Da qui l’elaborazione di alcune proposte per umanizzare il sistema-carcere. La prima è l’istituzione del Garante nazionale per la tutela dei diritti dei detenuti, “perché non si può più pensare che la vita delle persone recluse sia affidata alla sensibilità di qualche funzionario più attento”. Nel frattempo la richiesta al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria è di “aprire una linea diretta, agile e che dia risposte subito, per le segnalazioni dei casi critici, parlare con i famigliari, ascoltare i Garanti locali, i volontari, dare garanzie di intervenire in tempi rapidi”. Allo stesso Dap, definito “una macchina gigantesca e poco trasparente”, si chiede uno sforzo di umanizzazione, perché “non è umano, per esempio, il modo in cui i detenuti vengono trasferiti, non è umana la scarsa attenzione alla loro salute, che c’è in tante carceri, non è umano il modo in cui troppe volte vengono trattati i famigliari”. In questa ottica l richiesta è che il volontariato abbia un ruolo nuovo, “più chiaro e meno subalterno”, e che sia coinvolto in tutte le Commissioni istituite dal ministro.

È il momento, poi, che i giornali e le realtà dell’informazione che operano dentro le carceri vedano riconosciuto il diritto a fare informazione “dal luogo reso più insicuro, malsano e pericoloso proprio dall’assenza di trasparenza”. Per sensibilizzare l’opinione pubblica si chiede al ministro di promuovere iniziative di sensibilizzazione “perché il carcere e le pene ci riguardano tutti, non ci sono i ‘buoni’ da una parte e i ‘cattivi’ dall’altra, e noi di Ristretti Orizzonti su questa questione abbiamo la presunzione di poter insegnare qualcosa, perché incontriamo ogni anno migliaia di studenti che entrano in carcere per confrontarsi con le persone detenute, che a loro volta mettono a disposizione la loro testimonianza per aiutare i ragazzi a capire i rischi di certi comportamenti”.

Infine, è tempo di confrontarsi con i dati sui suicidi e sulle “morti di carcere” sulla base di un’effettiva trasparenza, “visto che noi i dati li pubblichiamo sempre, e non i semplici numeri, ma tutto quello che riusciamo a sapere di quelle persone, che sono comunque persone morte, persone che non ci sono più, persone che noi chiediamo solo di ricordare con un po’ di umanità”.

Corleone: "La Cancellieri non deve dimettersi". Per il coordinatore dei garanti territoriali, già sottosegretario della Giustizia, Franco Corleone, “la bufera che si è scatenata contro il ministro della Giustizia Cancellieri per un presunto intervento di favore verso la figlia di Salvatore Ligresti è un frutto avvelenato di quell’incattivimento assai diffuso che vede in sospetto ogni misura che rispetti garanzie e regole dello stato di diritto, soprattutto se rivolte ai potenti caduti in disgrazia”. 
"Mi colpisce – dice Corleone - che il caso Cancellieri sia esploso alla vigilia di decisioni incisive per aggredire le ragioni del sovraffollamento e per rendere più umana la vita negli istituti di pena".

I timori del Seac... Anche Luisa Prodi, presidente nazionale del Seac, interviene sul caso Cancellieri e la telefonata a tutela della salute di Giulia Ligresti. “Non fa effetto se a star male in carcere è qualcuno in condizione di disagio… Siamo contenti se attraverso questa vicenda viene acceso un faro sui problemi del carcere – afferma -, ma temiamo anche che fatti del genere allontanino la discussione dai temi reali”.

... e quelli di Gonnella. Il presidente dell'associazione Antigone evita di esprimersi sul merito della polemica,  ma sottolinea che "in questo periodo si è fatto un tentativo, come mai in passato, di dare una scossa al sistema carcerario in crisi, con proposte e provvedimenti di legge che in Parlamento sono state peggiorate dall’asse Cinque stelle, Lega, Fratelli d’Italia e Pdl”. 

Su RS Agenzia giornalistica tutte le reazioni alla vicenda Ligresti-Cancellieri, con le prese di posizione del garante Corleone, del Seac (Il Coordinamento degli enti e associazioni del volontariato penitenziario) e dell’associazione Antigone.

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