8 febbraio 2016 ore: 14:49
Giustizia

Caso Regeni, lo storico Ahmed Fahmy: omicidio prevedibile

In Egitto, "chiunque conduca ricerche sulle scienze sociali che richiedono lavoro sul campo" deve avere un permesso dall'Agenzia Centrale per la Mobilitazione Pubblica e la Statistica (CAPMAS). Il CAPMAS - come si deduce dal nome stesso - rif...

Roma - In Egitto, "chiunque conduca ricerche sulle scienze sociali che richiedono lavoro sul campo" deve avere un permesso dall'Agenzia Centrale per la Mobilitazione Pubblica e la Statistica (CAPMAS). Il CAPMAS - come si deduce dal nome stesso - riflette una visione dell'informazione come uno 'sforzo di guerra'. Queste restrizioni si applicano ai ricercatori egiziani, anche quando sono impiegati in universita' pubbliche". Cosi' Khaled Fahmy, direttore del dipartimento di storia dell'American University of Cairo (AUC) che aggiunge: "Possiamo immaginare, quindi, come la sicurezza dello Stato debba aver visto un ricercatore straniero che parlava correntemente l'arabo, era presente in strada senza permesso e, interrogato, avesse rivelato che stava conducendo una ricerca sulla condizione dei lavoratori e dei loro sindacati dopo la rivoluzione del 25 gennaio".

Nel suo articolo, pubblicato prima dal portale arabo "Albedaiah", poi tradotto in inglese da "Madamasr.com", Fahmy esordisce cosi': "L'uccisione dello studente italiano Giulio Regeni rappresenta sicuramente una minaccia reale per le relazioni politiche ed economiche italo-egiziane. L'Italia e', dopo tutto, il maggior partner economico europeo dell'Egitto".

E, tornando sulla mancanza di liberta' accademica nel Paese, Fahmy cita la lettera della Middle East Studies Association (MESA), apparsa in questi giorni e indirizzata al governo egiziano: "L'omicidio Regeni, tutt'altro che un'anomalia e', di fatto, un esito prevedibile della crescente repressione da parte dello Stato su accademici e studenti".

In questi giorni, oltre alla lettera del Mesa e all'articolo di Fahmy, e' comparsa anche una lettera promossa dai direttori di ricerca di Regeni, i professori dell'universita' di Cambridge Anne Alexander e Maha Abdelrahman. La lettera e' stata gia' firmata da piu' di 6mila professori, dei quali 600 italiani.

Anche il gruppo internazionale 'ISA-RC47', composto da ricercatori su movimenti e classi sociali, chiede "verita' e giustizia per Giulio Regeni e sottolinea la necessita' di "dedicare piu' spazio ed energia a discutere e diffondere ricerche sullo stato di repressione nei regimi autoritari, ma anche nei Paesi occidentali". (DIRE)

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