Centralinisti, comunicatori, massaggiatori. "Valorizzare le professionalità dei non vedenti"
Napoli – Aggiornare la normativa sui centralinisti, attuare quella sugli operatori della comunicazione e riconoscere la figura professionale dell’operatore del benessere, o massaggiatore: sono queste alcune delle richieste lanciate dal presidente nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto al convegno nazionale chiuso oggi a Napoli. "In questi mesi di grandi riforme in atto nel nostro paese – ha detto Barbuto - chiediamo anche che si possano salvaguardare e valorizzare le professionalità dei docenti non vedenti, nonché una legislazione di sostegno in favore delle libere professioni e attività di impresa svolte dai non vedenti. Dobbiamo smettere di pensare alle persone con disabilità come ad un peso, ma come a lavoratori in grado di svolgere il loro compito con grande coscienza e professionalità».
L’Unione, secondo quando ha annunciato Paolo Colombo, componente della Direzione nazionale e responsabile del settore lavoro dell’UICI, sta valutando di dotarsi di una vera e propria agenzia per il lavoro, mentre il Sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Sandro Gozi ha espresso in un video messaggio la sua posizione: "Non si può ridurre tutto all’elargizione di aiuti monetari, per quanto importanti, ma vanno sviluppate politiche attive di inserimento al livello locale, nazionale e anche europeo. Tutto questo può essere fatto se si continua a riflettere insieme alle associazioni per trovare nuove strade contro le esclusioni".
Il punto della situazione sul lavoro è stato fatto in particolare da Giovanni Battafarano, Segretario Generale dell’Associazione Lavoro&Welfare, "I dati della Relazione al Parlamento sulla legge N. 68 relativi agli anni 2012-13 segnano una diminuzione del numero degli iscritti alle liste di collocamento e degli avviamenti al lavoro. Si passa dai 721 mila iscritti del 2.008 ai 676mila del 2013; gli avviamenti passano dai 28mila del 2008 ai 18mila del 2013, dei quali solo l’11% viene intermediato dai centri per l’impiego. Inoltre risultano numerose le esenzioni e le esclusioni dall’obbligo di assunzione, scarse le sanzioni per ritardato invio dei prospetti o per mancata assunzione".
E continua: "Le cause degli scarsi avviamenti sono due: la crisi economica e la cattiva attuazione della legge. Occorre battersi affinché non si strumentalizzi la crisi per rinviare le assunzioni e vigilare affinché le pubbliche amministrazioni e le aziende private procedano alle assunzioni dovute". Il presidente nazionale Anmil e Fand Franco Bettoni ha ricordato la recente condanna della Corte di Giustizia Europea all’Italia "per non aver adottato tutte le misure necessarie a garantire un adeguato inserimento professionale delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, pronuncia alla quale il Parlamento italiano ha prontamente risposto con un emendamento inserito proprio nel Decreto Occupazione, in base al quale “i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad adottare accomodamenti ragionevoli (…) nei luoghi di lavoro, per garantire alle persone con disabilità la piena eguaglianza con gli altri lavoratorii”. Un primo segnale rispetto al quale ora si attende una vera e propria attuazione e che, tutti insieme, dobbiamo pretendere".
Nel corso della due giorni di convegno è stata accolta da parte della Fish la proposta (lanciata da Barbuto) di costituire una federazione unica delle organizzazioni delle persone disabili, mentre da più parti è stata toccata anche la questione della formazione, a partire dalla riforma della “Buona Scuola”. "Vogliamo lavorare sulla promozione dell’inclusione scolastica ha detto l’On. Sergio Pizzolante - degli studenti con disabilità, ridefinendo il ruolo degli insegnanti di sostegno, anche in aiuto all’inclusione scolastica". A conclusione del convegno, sono stati portati alcuni esempi pratici di tecnologia che viene in aiuto ai disabili visivi sia per le professioni classiche destinate ai ciechi sia in nuovi ambiti lavorativi. (ip)