31 gennaio 2014 ore: 13:53
Economia

Centro per senza dimora dimessi dall'ospedale ma ancora bisognosi di cure

Il progetto post traumatici è gestito da Medici senza frontiere, che si occupa della parte sanitaria, e da Fondazione Progetto Arca, che si occupa di quella logistica. I posti disponibili sono 20 recuperati all'interno di una vecchia scuola inutilizzata in via Mambretti 33 a Milano
Marco Pesaresi/Contrasto Senza dimora: uomo povero seduto su scale stazione

MILANO – Fino a 17 giorni fa, via Mambretti 33 era una scuola inutilizzata. Da oggi diventa un centro per 20 degenti senza dimora post acuti (quindi usciti da una prima ospedalizzazione) accreditato con il sistema sanitario di Regione Lombardia. Una sperimentazione che vede collaborare insieme Comune di Milano, assessorato alle Politiche della Famiglia di Regione Lombardia e due protagonisti del privato sociale milanese: la Fondazione Progetto Arca e Medici senza frontiere. Alla ong internazionale spetta la cura medica dei 20 senza dimora usciti dal ricovero in ospedale ma ancora bisognosi di un luogo protetto dove vivere, per evitare ricadute. Se ne occuperanno 2 medici 3 infermieri 6 operatori socio sanitari. A Fondazione Progetto Arca tocca la parte diurna e la preparazione dei pasti. "Entro il prossimo piano antifreddo riusciremo ad avere 20 stanze singole, con standard da ospedale – spiega Alberto Sinigaglia -. Quella di oggi è una soluzione transitoria (il progetto durerà 4 mesi, ndr): abbiamo fatto in fretta ma ci sono ancora dei lavora da terminare nell'ala del primo piano che ospiterà questo centro per post-acuti".

Il contributo offerto da un centro di questo genere permette un notevole guadagno al sistema sanitario nazionale. È un ricovero "leggero", che costa 5-6 volte meno di uno in ospedale, ma impedisce che ci siano ricadute nei pazienti, che provocherebbero nuovi ricoveri. "Stiamo vivendo una modifica radicale della presa in carico dei pazienti – sottolinea Giovanni Daverio, funzionario dell'assessorato alla Famiglia di Regione Lombardia -. Prima queste esigenze non erano neanche percepite perché i pazienti restavano molto di più in ospedale".

Il progetto post-acuti nasce da una prima collaborazione tra Medici senza frontiere e Fondazione Progetto Arca. Da dicembre 2012 a marzo 2013, le due associazioni hanno curato 583 persone. Anziché morire con la fine del piano antifreddo dello scorso anno, il progetto è stato sostenuto dagli enti locali tanto da volerlo fare diventare un sistema. Lo scorso anno Msf ha condotto una ricerca sui senza dimora dimessi dagli ospedali milanesi negli ultimi due anni: 850-900 di questi avevano bisogno di altre cure.

Non è un caso il luogo in cui questo centro per post acuto è nato: via Mambretti è a Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano. Qui c'è un altro centro da 230 posti gestito da Fondazione Progetto Arca in via Aldini, dove sono stati accolti, tra gli altri, i siriani arrivati a Milano da Lampedusa. A questi si aggiungeranno altri 210 dieci posti nei piani superiori dell'edificio di via Mambretti 33. (lb)

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