8 gennaio 2015 ore: 15:37
Immigrazione

Charlie Hebdo, Giovani musulmani d'Italia: "Servono campagne per distinguere Islam da terrorismo"

Lo dice il presidente Hareth Amar, 22enne di origine palestinese. "Ci sentiamo sempre con il dito puntato contro". Campagne di sensibilizzazione avrebbero anche lo scopo di sedare l'odio che sorge con ignoranza e disinformazione
Charlie Hedbo. vignetta generica

MILANO - "Servono campagne informative mirate a recuperare certi settori della società. È vero che non fermano i terroristi. Ma uno di questi aveva 18 anni, poco tempo fa frequentava le scuole francesi. Cosa lo ha portato ad odiare così tanto il suo Paese". A domandarselo è Hareth Amar, presidente dei Giovani Musulmani d'Italia. Ventun anni, studente Architettura presso la facoltà di Napoli, Amar è di origine palestinese e in carica come presidente dall'aprile 2014. "Se le campagne informative sono fatte con lungimiranza daranno i loro frutti con il tempo", continua.

Ancora i Gmi stanno valutando se organizzare flash mob ed eventi per ricordare a tutti che l'Islam non ha nulla a che fare con l'attentato alla sede del giornale francese Charlie Hebdo del 7 gennaio, che ha provocato la morte di 12 persone. "Devo dire a malincuore che ci troviamo sempre con un dito puntato contro – aggiunge Amar – ma noi con persone di questo genere non abbiamo nulla a che fare". Amar sottolinea che in Francia la popolazione musulmana è di 5 milione (in Italia è quasi arrivata a due, ndr) e l'attacco al giornale parigino condotto da tre uomini "non può essere indicativo del modo di pensare di questa comunità". Il timore è che adesso si accendano gli estremisti: "In Italia si vedono già troppi fazzoletti verdi in televisione", dice Amar, riferendosi agli interventi della Lega Nord che da anni cavalca l'idea di un referendum popolare per bloccare la costruzione delle moschee. (lb)

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