Ecco Arianna Sacripante, la migliore sincronette italiana con sindrome di Down
Arianna Sacripante
ROMA - Niente da dire: Arianna Sacripante, oro ai Trisome Game nel 2016, è probabilmente la migliore sincronette italiana con sindrome di Down. Ma questo è solo un dettaglio. Perché quando si esibisce con Giorgio Minisini, sette medaglie d’oro nel nuoto sincronizzato tra Mondiali ed Europei (tra duo misto e assolo), quello che si vede è solo una coppia fantastica. La loro ultima coreografia l’hanno realizzata sulle note di Imagine agli Europei di Roma lo scorso agosto. Non erano in gara: infatti, come per Paralimpiadi e Olimpiadi, i campionati paralimpici e quelli normodotati sono distinti. Questo però non piace al Progetto Filippide, che lavora con le disabilità intellettivo relazionali e l’autismo. E così, Arianna e gli altri atleti del sincro che fanno parte di quest’associazione sportiva di Roma, sono iscritti al campionato nazionale Propaganda in seno alla Federazione italiana nuoto. «Una scelta fatta all’insegna dell’inclusione», commenta Sabrina Bernabei, tecnico federale e responsabile per il nuoto sincronizzato del Progetto Filippide.
«All’inizio siamo partiti con solo quattro atlete, tutte ragazze con sindrome di Down». Oggi gli atleti sono 20, tra grandi e piccoli, con anche qualche maschio. «Abbiamo una ragazza con un ritardo cognitivo dovuto alla sindrome feto-alcolica e una con Syngap1, una malattia molto rara. Si allenano tutti dalle tre alle quattro volte a settimana – tra vasca, preparazione a terra e danza – per riuscire a partecipare al campionato nazionale Propaganda. Poi ciascuno avrà i propri risultati, in base al proprio talento, al grado di impegno, all’opportunità di fare più o meno esperienze o di gareggiare all’estero, ma anche tra i normodotati è così, per tutti gli sport», dice Bernabei. «Anche in altre regioni ci sono atlete con sindrome di Down che partecipano ai classici circuiti sportivi, come per esempio quello Uisp».
Nel 2015, ai Mondiali di nuoto di Kazan, in Russia, il doppio misto entra per la prima volta a far parte delle competizioni internazionali. Da qui l’idea di dar vita a una coppia di sincronizzato inclusiva, che possa almeno esibirsi a titolo dimostrativo – visto che non può gareggiare in quanto i regolamenti non lo permettono – nelle varie manifestazioni. Arianna Sacripante e Giorgio Minisini hanno iniziato ad allenarsi insieme nel 2018 e, nello stesso anno, si sono esibiti al Para Syncronized Swimming Festival di Kyoto sulle note di Volare (coreografie della stessa Bernabei). L’anno dopo hanno bissato alle Fina Artistic Swimming World Series in Cina, questa volta sulle note de La donna cannone. «Giorgio crede molto in questo progetto, e avere un atleta super medagliato come lui dalla nostra parte è di grande aiuto», conclude Sabrina Bernabei.
Le azzurre del nuoto sincronizzato targato Fisdir (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali), invece, sono appena rientrate dai Mondiali di nuoto per atleti con sindrome di Down di Albufeira, in Portogallo. Si tratta di Marta Cantero (Chiavari Nuoto), Sara Lazzari (Swimfit Ravenna), Martina Sassani (Elpis Foggia), Livia Travia (Blu Aliké Roma). Hanno portato a casa quattro medaglie: un oro nel solo free, due argenti (nel solo tech e nel duo tech) e un bronzo, ancora nel solo tech. Hanno gareggiato nel singolo, nel doppio femminile e nel tecnico, «ma niente squadra per via dei pochi allenamenti continuativi fatti insieme a causa del covid», spiega Floriana De Vivo, referente tecnico nazionale del sincro. «Siamo in fase di cambiamenti perché stiamo puntando sulle nuove ragazze che si sono avvicinate alla disciplina. Il Team Italia si sta quindi nuovamente strutturando, con le veterane che stanno guidando le nuove leve anche in campo internazionale». Nello specifico, la new entry è stata Sara Lazzari, alla sua prima convocazione.
Nonostante i cambiamenti i risultati non sono tardati, e con loro sono arrivati anche i complimenti: «Vorrei spendere un apprezzamento per le atlete del nuoto artistico, perché le sincronette hanno dimostrato grandi qualità nelle loro esibizioni, sia individuali che in coppia», ha commentato il capo delegazione della Nazionale di nuoto Fisdir Marco Peciarolo. I piazzamenti della squadra italiana in Portogallo sono stati lievemente inferiori a quelli conquistati solo l’anno scorso agli Euro TriGames di Ferrara, dove le sincronette azzurre avevano centrato due ori e tre argenti, ma sono stati comunque di tutto rispetto.
A dieci anni di distanza dall’ingresso di questa disciplina nei Campionati mondiali di nuoto per atleti con sindrome di Down, avvenuto a Loano, in provincia di Savona, il movimento Fisdir del nuoto sincronizzato conta circa una quarantina di atleti, soprattutto ragazze, appartenenti a società sportive sparse un po’ in tutta Italia. «Non sono grandi numeri, ma bisogna sempre tenere a mente che si tratta di una disciplina abbastanza complicata, che richiede grandi abilità in acqua, buone capacità di ginnastica artistica, un ottimo controllo del corpo, una certa dose di senso del ritmo e un allenamento quotidiano», continua De Vivo. «Si tratta di uno sport minore anche tra i normodotati», ma la speranza è che cresca. La Fisdir ha anche un altro sogno nel cassetto, ben più importante dei primi tre gradini del podio: «Aprire le competizioni internazionali di nuoto sincronizzato ad altre disabilità che non siano solo la sindrome di Down». (M. T.)
(Articolo tratto dal numero di novembre 2022 di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)