Cie, il giudizio del Senato: “Strutture al di sotto degli standard di dignità”
ROMA - Centri di identificazione e di espulsione di nuovo sotto la lente di ingrandimento della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, che ha approvato e pubblicato un dossier sul suo sito, dal titolo Rapporto sui Centri di identificazione ed espulsione in Italia. L'indagine si è svolta nel corso del 2013 e nei primi mesi del 2014. E’ il secondo rapporto di Palazzo Madama da quando esistono i Cie, dopo quello del 2012 che già definiva la detenzione amministrativa nei Cie “peggiore” di quella penale nelle carceri, ed esaminava anche gli istituti penitenziari. Attraverso audizioni e sopralluoghi nei centri di identificazione ed espulsione di Bari, Roma, Gradisca d'Isonzo, Trapani e Torino “sono emerse numerose e profonde incongruenze riguardo alle funzioni che essi dovrebbero svolgere, e ciò in ragione di rilevanti insufficienze strutturali, nonché di modalità di trattenimento inadeguate rispetto alla tutela della dignità e dei diritti degli interessati”.
E’ a tinte fosche la fotografia della situazione nei Cie scattata dai senatori attraverso i dati raccolti nel corso dell'indagine. La Commissione propone al governo alcune misure concrete, da attuare a breve termine, per assicurare alle persone sottoposte al trattenimento il rispetto delle garanzie previste dalle norme nazionali e internazionali. Ma anche una serie di interventi sulle procedure che regolano il sistema di trattenimento, identificazione ed espulsione con l'obiettivo di rendere il ricorso al trattenimento una misura estrema, del tutto residuale e finalizzata esclusivamente al rimpatrio, e a ridurre al minimo i tempi di permanenza in quelle strutture.
“La Commissione, nel corso delle visite effettuate nei centri – si legge nel rapporto - ha riscontrato la presenza di persone che, in presenza di un titolo di trattenimento amministrativo volto all'identificazione, all'espulsione o al rimpatrio, sono state private della libertà per prolungati periodi di tempo, impossibilitate a svolgere alcun tipo di attività ricreativa o formativa, in condizioni di vita precarie da un punto di vista materiale e umano”. E ancora: “Il trascorrere di un 'tempo vuoto' all'interno dei centri è una delle più forti criticità registrate. La fatiscenza degli alloggi, la carenza di spazi e di attività ricreative, l'insufficienza dei servizi di mediazione culturale e legale, la scarsa chiarezza nel comunicare ai trattenuti il regolamento interno del centro sono elementi riscontrati in tutte le strutture visitate, con poche eccezioni”.
Tutti i centri visitati dalla Commissione ospitavano un numero di immigrati ben inferiore alla loro effettiva capienza, perché funzionavano in maniera ridotta per ragioni di sicurezza o perché molti settori erano inagibili oppure danneggiati. “Numerose proteste si sono succedute negli ultimi mesi su tutto il territorio – sottolinea il rapporto dei senatori - La popolazione delle persone trattenute appare eterogenea da un punto di vista sociale, psicologico, sanitario e giuridico, e difficilmente gestibile in centri chiusi verso l'esterno, strutturalmente afflittivi, spesso inadeguati nei servizi offerti e con scarsi mezzi di gestione”.
"La Commissione, dopo aver visitato nei mesi scorsi i centri di Bari, Roma, Gradisca d'Isonzo, Trapani e Torino - ha dichiarato il senatore Manconi - esprime un giudizio estremamente severo: sono emerse numerose carenze riguardo alle funzioni che essi dovrebbero svolgere, e ciò in ragione di rilevanti insufficienze strutturali, nonché di modalità di esecuzione del trattenimento gravemente al di sotto degli standard di tutela della dignità e dei diritti delle persone trattenute". Strutture, rivela il rapporto, costose e dalla dubbia efficacia. (Raffaella Cosentino)