Cie, nuova bocciatura del Senato: "Troppe incongruenze"
ROMA – Tornano sotto la lente di ingrandimento della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato i Centri di identificazione e di espulsione (Cie) per immigrati irregolari. Dopo il rapporto del 2012 e il dossier presentato lo scorso settembre su un’indagine conoscitiva effettuata nel corso del 2013 e dei primi mesi del 2014, la Commissione ha reso noti oggi gli ultimi risultati della ricerca, che si è protratta durante tutto lo scorso anno e fino alle prime settimane del 2015. Dando, come nel 2014, un giudizio sostanzialmente negativo sui Cie: “Sono emerse – si legge nel rapporto – numerose e profonde incongruenze riguardo alle funzioni che essi dovrebbero svolgere e ciò in ragione di rilevanti insufficienze strutturali, nonché di modalità di trattenimento inadeguate rispetto alla tutela della dignità e dei diritti degli interessati”.
Attualmente – rileva la Commissione – degli 11 Cie italiani solo 5 sono quelli funzionanti: Bari, Caltanissetta, Roma,Torino, Trapani. Sono invece temporaneamente chiusi, per lavori o perché in attesa della definizione delle procedure di aggiudicazione della gestione, i Cie di Brindisi, Crotone, Gorizia. Il Cie di Trapani-Serraino Vulpitta è in via di riconversione in Centro di accoglienza per richiedenti asilo. Mentre i Centri di Bologna e di Milano dal mese di agosto 2014 sono utilizzati per la prima accoglienza. Ma anche i Centri attualmente in funzione ospitano un numero di immigrati molto inferiore alla effettiva capienza. Secondo i dati del ministero dell’Interno aggiornati al 20 febbraio 2015, risultano infatti 293 gli stranieri trattenuti nei 5 Centri di identificazione ed espulsione funzionanti) a fronte di una disponibilità di circa 753 posti. Al 4 febbraio 2014, invece, le presenze erano 460 su una capienza effettiva di 842 posti disponibili. Nel 2014 sono transitati complessivamente nei Cie italiani 4.986 stranieri di cui 2.771 sono stati effettivamente rimpatriati, mentre nel 2013 ne erano transitati 6.016, dei quali 2.749 rimpatriati, ovvero circa il 50%, mentre la restante metà esce senza essere stata identificati e senza aver avuto la possibilità di regolarizzare la propria posizione.
Quanto all’efficacia dei rimpatri i numeri parlano chiaro: nel 2013 solo lo 0,9% del totale dei migranti irregolari stimati sul territorio italiano viene rimpatriato attraverso i Cie. E anche il prolungamento del trattenimento dai 30 giorni del 1998 ai 18 mesi del 2011 non sembra aver sortito gli effetti sperati: “Rispetto al 2010 – mette in evidenza il dossier – il rapporto tra i migranti rimpatriati e il totale dei trattenuti nei Cie, nel 2012 è cresciuto di appena il 2,3%; mentre nel 2011 l'incremento del tasso di efficacia nei rimpatri è risultato addirittura irrilevante (+0,3%)”. Eccessivi infine i tempi di trattenimento: “In base a quanto dichiarato dal personale degli uffici immigrazione delle questure con cui la Commissione è entrata in contatto, in media sono sufficienti 45 giorni per identificare un trattenuto”. (ap)