Ciechi, per il loro inserimento lavorativo un tavolo al ministero del Lavoro
Da tempo l’Uici conduce una battaglia per l’inserimento lavorativo di persone cieche e ipovedenti, resa ancor più difficile dalla scomparsa di alcuni impieghi (come il centralinista) che tradizionalmente “pescavano” in un pubblico di persone cieche. Le questioni aperte sono molte: la qualifica di “masso fisioterapista”, che si ottiene attraverso un corso triennale con un titolo di scuola media inferiore, non è più spendibile perché la normativa europea prevede che il diploma di fisioterapista si consegue attraverso un corso universitario triennale: la richiesta avanzata al ministero è che tale figura venga equiparata all'operatore del benessere e che sia prevista una corsia preferenziale all'interno dei meccanismi del collocamento mirato previsto dalla Legge 68/1999 (quali, ad es., le convenzioni di inserimento lavorativo)". C’è poi la questione delle tre figure professionali per ciechi che già erano state individuate nel 2000 dal cosiddetto “decreto Salvi”: l'operatore di telemarketing, il gestore di banche dati e l'addetto alle relazioni con il pubblico. Figure che però non sono state utilizzate finora perché le regioni non le hanno inserite nella programmazione. Ancora: il “terapista della riabilitazione" è fra le figure inserite nel collocamento obbligatorio, ma oggi è stata soppiantata dal fisioterapista, che però non gode ancora del beneficio del collocamento obbligatorio. E c’è poi la questione del riconoscimento della figura professionale del "perito fonico", nell'ambito forense dedicato ai non vedenti: una figura formata specificamente per migliorare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. La richiesta in questo caso è quella di un decreto e di un accordo con il ministero della Giustizia per l’utilizzazione di questa figura.