30 luglio 2013 ore: 10:31
Disabilità

Cieco, gira il mondo da solo con l'aiuto dell'Iphone

La storia di Alessandro Bordini, 28 anni. Quattro anni fa ha perso la vista, in aprile è partito per la sua impresa, ''Light the Planet'' (illumina il pianeta). L'obiettivo: dimostrare che il genere umano è naturalmente propenso alla solidarietà. ''La generosità della gente è incredibile. Senza, questa splendida avventura non sarebbe possibile''
Alessandro Bordini

Alessandro Bordini

BRUXELLES - Le disavventure, se non ci uccidono, ci fortificano. Si sente spesso questo adagio quando si parla di persone che sono riuscite a superare momenti difficili e a riprendere in mano la propria vita nonostante tutto e tutti. E a volte questo concetto può sembrare retorico, ma non è di certo il caso per Alessandro Bordini. Alessandro ha ventotto anni, e quattro anni fa ha perso la vista in un incidente mentre faceva paracadutismo. Eppure, invece di abbattersi, lo scorso aprile è partito per un viaggio che definire epico è un eufemismo: sta girando il mondo da solo, con l’aiuto di un Iphone e del suo bastone bianco, ma soprattutto della generosità dei suoi simili. Sì, perché il lungo giro che Alessandro ha deciso di intraprendere e che ha chiamato “Light the Planet” (illumina il pianeta), ha proprio - fra i suoi obiettivi principali - quello di dimostrare che il genere umano è naturalmente propenso e pronto ad aiutare gli altri.

Finora, fra Europa e Africa, Alessandro ha viaggiato per venti paesi: Italia, Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea, sierra leone, Liberia, Costa d'Avorio, Ghana, Togo, benin, Congo, Sudafrica, Mozambico, zimbawe, Zambia, Malawi, Tanzania. Adesso si trova a Zanzibar, in Tanzania, e l’idea è quella di risalire in Egitto. Il viaggio è partito ad aprile e il piano è di terminare a settembre 2014, quindi la strada da fare è ancora molta.

Alessandro si muove a piedi, con taxi collettivi, in bus, in treno, in barca o nave  e -  quando proprio non può farne a meno – in aereo. Quando arriva in una città parla con la gente che incontra, cavandosela alla meglio con le lingue che conosce, spesso gli offrono ospitalità o tutt’al più alloggia in qualche albergo non troppo caro.

“Dopo l’incidente in paracadute – mi racconta – sono rimasto in coma per due settimane. Poi mi hanno somministrato morfina per mesi, per non sentire il dolore, me la sono vista brutta. Quindi il fatto di aver solo, si fa per dire, perso la vista, è stato qualcosa che ho accettato abbastanza bene. Appena sono stato in grado di muovermi ho ricominciato a fare sport, in particolare sci, snowboard e arrampicata, e poi mi è venuta l’idea del progetto ''Light the Planet''. Mi ci è voluto un anno per organizzare il tutto”.

Alessandro tiene anche un blog in cui racconta i paesi che visita e la gente che incontra: http://www.lightheplanet.net. “La parte più importante del viaggio sono gli incontri che faccio in ogni dove – spiega – dalle città che visito ai mezzi di trasporto. La generosità della gente è incredibile, senza di essa questa splendida avventura non sarebbe possibile”. (Maurizio Molinari)

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