Cinevasioni: in concorso "Più libero di prima", film su Tomaso Bruno
BOLOGNA – “Sarà un’enorme emozione”: Adriano Sforzi, giovane regista bolognese, commenta così, a caldo, la notizia che il suo film “Più libero di prima” sarà uno dei 10 finalisti della seconda edizione di Cinevasioni, il Festival del cinema in carcere, organizzato nell’istituto penitenziario Dozza dal 9 al 14 ottobre. “Mi ha chiamato Filippo, sono restato sorpreso”. Filippo è Filippo Vendemmiati, regista e direttore artistico del festival, che con Sforzi ha condiviso anche l’emozione dei David di Donatello del 2011: quell’anno, Vendemmiati fu premiato nella sezione documentari per il suo lavoro “È stato morto un ragazzo”, su Federico Aldrovandi; mentre Sforzi vinse nella categoria miglior cortometraggio con “Jody delle giostre”.
Alla proiezione del film alla Dozza (la data è in via di definizione), oltre al regista sarà presente anche Tomaso Bruno, il protagonista di “Più libero di prima”. “Tomaso di solito non partecipa alle proiezioni – racconta Sforzi –, preferisce guardare avanti. Ma questa volta ha voluto fare un’eccezione. È felice di poter raccontare la sua storia ai detenuti, all’interno di un carcere, di condividere con loro un’esperienza di resistenza”.
- La storia di Tomaso Bruno è nota: accusato di omicidio con Elisabetta Boncompagni per la morte di Francesco Montis (i 3 amici erano insieme in India), il 7 febbraio 2010 è entrato nel carcere di Varanasi per scontare l’ergastolo. Lì ha passato 5 anni: 5 anni di battaglie legali e politiche, 5 anni senza computer e telefono, in una baracca con altre 150 persone. Cinque anni che si sono conclusi il 20 gennaio 2015, quando i due giovani sono stati assolti dalla Corte Suprema indiana.
“Più libero di prima” racconta i 3 giorni dei genitori prima della sentenza definitiva (che è slittata numerose volte, complice anche la vicenda dei marò che, in quegli anni, occupava le cronache), ma anche Tomaso è ben presente, con le sue lettere, i suoi ricordi, le sue speranze. Sforzi ha cominciato a girare il film nel 2014, quando la parola fine a questa drammatica vicenda era ben lontana dall’essere scritta, ma sapeva già quale sarebbe stato il finale (Sforzi e Bruno sono amici sin da piccoli): Tomaso che scende dalla scaletta dell’aereo, finalmente libero. E così è stato.
Marina ed Euro, i genitori di Tomaso, hanno svolto un ruolo chiave (anche nel film, ma soprattutto nella vita reale): sempre presenti in India, hanno lottato sino alla fine, senza mai arrendersi. “Anche loro sono felicissimi che il nostro film sia stato selezionato per Cinevasioni. Vengono spesso alle proiezioni: ogni volta che vedono il film, a metà cominciano a piangere. Ma, mi dicono, riescono sempre a scoprire qualcosa di nuovo. E, alla fine, ci sono sempre un sacco di persone che li vogliono abbracciare, per congratularsi con loro per la vittoria in questa grande battaglia”.
“Non mi aspettavo che il film raggiungesse tutti questi traguardi. Io ho sempre cercato di fare del mio meglio, ed ero già contento di avere il finale che avevo sognato. Ma tutto è andato oltre le aspettative: la seconda serata Rai, la partecipazione al Bellaria Film Festival. E adesso Cinevasioni”. (Ambra Notari)