14 maggio 2016 ore: 16:41
Giustizia

Cinevasioni, vince "Lo chiamavano Jeeg Robot". Il festival sogna di evadere

Il film di Gabriele Mainetti vince la Farfalla di ferro alla prima edizione del Festival del cinema in carcere, conclusosi oggi alla Dozza di Bologna. A Claudia Cardinale un premio alla carriera. Vendemmiati (direttore artistico): "In tutti questi anni ho capito che non c'è sceneggiatura peggiore di quella che non ha un finale"
Cinevasioni, i vincitori Manetti e Mainotti

BOLOGNA - "Lo chiamavano Jeeg Robot", dopo i sette David di Donatello, vince anche la Farfalla di ferro di Cinevasioni, realizzata da Fare impresa in Dozza, l'officina metalmeccanica del carcere dove lavorano detenuti ed ex operai. La giuria del primo festival del cinema in carcere ha deciso, all'unanimità, di premiare l'opera di Gabriele Mainetti: "Questo film - ha spiegato l'attore Ivano Marescotti, presidente di giuria - rappresenta una novità assoluta nel panorama cinematografico italiano; è un indubbio capolavoro di recitazione, di esposizione della fantasia e, al contempo, esprime con sapiente irriverenza i drammi, i sogni e il coacervo di passioni ed emozioni delle periferie metropolitane". A ritirare il premio, il regista e Menotti, uno dei due sceneggiatori: "Sono davvero onorato - ha dichiarato Mainetti -, e sono felicissimo. Il nostro è un film contro i destini segnati. Anche il protagonista credeva che il suo destino fosse già deciso, ma con la forza dell'amore si scopre supereroe".

Mario, detenuto giurato, ha consegnato la Farfalla per poi prendere la parola: "Il tuo film parla di un supereroe - ha esordito, rivolto a Mainetti -. Ma anche noi ne abbiamo conosciuto due. Sono Angelita e Filippo (Fiore e Vendemmiati, i due direttori del festival, ndr). Quando sono arrivati, all'inizio del laboratorio CiakinCarcere, hanno portato con sé solo la loro umanità e i loro sentimenti. Noi qui cerchiamo quotidianamente di evadere, a livello metaforico, naturalmente: attraverso la musica, la lettura, o solo chiudendo gli occhi. Ma, una volta riaperti, la realtà ti cade addosso. Loro ci hanno insegnato a chiudere gli occhi, a riaprirli, e a sentire il profumo della libertà". Standing ovation della giuria di fronte all'evidente commozione di Angelita Fiore e Filippo Vendemmiati: "In tutti questi anni ho capito che non c'è sceneggiatura peggiore di quella che non ha un finale. Oggi qui abbiamo scritto il nostro, ed è bellissimo. Spiace solo che sia finito", ha ammesso Vendemmiati.

Madrina della mattinata conclusiva del festival, Claudia Cardinale, che ha fatto il suo ingresso in sala sulle note del valzer del "Gattopardo" di Luchino Visconti. Ha salutato, abbracciato e baciato con calore tutti i giurati - che l'hanno travolta con le loro emozioni - e tutto il pubblico interno, che non ha lesinato applausi durante un breve video con alcuni degli spezzoni dei film che hanno reso celebre l'attrice. Claudia Cardinale ha ricevuto la Farfalla alla carriera: "Ero stata in un carcere in Francia tanti anni fa, ma l’emozione che ho provato oggi supera ogni precedente. Il cinema tra queste mura ha la C maiuscola: davvero sono io a ringraziare".

L'ultimo appuntamento del festival è stata anche l'occasione per la consegna dei diplomi a tutti i partecipanti del corso CiakinCarcere, laboratorio di cinema organizzato in Dozza dalla D.E-R. Documentaristi dell'Emilia-Romagna, vale a dire i giurati della kermesse: ognuno, chiamato per nome sul palco, ha ricevuto l'attestato. Tutti tranne uno: Catalin, giurato ex detenuto, uscito dal carcere solo due giorni fa, oggi in regime di semilibertà.

"I ragazzi ci hanno chiesto: 'E adesso che ne sarà di noi? L'anno prossimo facciamo la seconda?' - ha raccontato Angelita Fiore -. Noi abbiamo la passione e la voglia di andare avanti. Vediamo". Troppo presto per pensare a una seconda edizione di Cinevasioni? "Prima dobbiamo fare tutti i conti con noi stessi - ha spiegato Vendemmiati -. Carlo Brancaleoni di Rai Cinema ha suggerito la possibilità di renderlo itinerante. Potrebbe essere un'idea, naturalmente senza snaturarlo. Questo festival è la conclusione di un percorso - il laboratorio di cinema -. E così deve continuare a essere". (Ambra Notari)

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