Cinque anni di servizio civile nazionale, aspettando una "nuova stagione"
ROMA - La XVII Legislatura, ormai conclusa, ha segnato una svolta nella storia recente del Servizio civile nazionale, non solo realizzando la sua riforma con la legge 106/2016 e il D.Lgs.. 40/2017, ma anche imprimendo un nuovo slancio in termini di sviluppo numerico. “Ho la soddisfazione molto bella di aver visto i risultati che porta uno strumento come il Servizio civile nel coinvolgere i giovani ed attivarli rispetto all’impegno civico, nel sviluppare le proprie capacità e anche metterli alla prova rispetto alle loro capacità”, ci ha detto in proposito il Sottosegretario con delega, on. Luigi Bobba, che sulla Legislatura e sul suo impegno di governo ha aggiunto: “sicuramente una cosa che mi rammarica è che avrei voluto far prima la riforma e metterla in opera completamente, soprattutto nei suoi elementi più innovativi come l’opportunità di includere giovani più sfavoriti e i NEET”.
Il percorso di crescita del Servizio civile è stato costante soprattutto negli ultimi 3 anni, dopo un 2012 considerato “l’anno zero” di questo istituto, quando per assoluta carenza di fondi non fu emanato nessun bando volontari. Era la “coda lunga” della crisi economica e dei tagli “lineari” che erano iniziati già alcuni anni prima e che avevano portato tra il 2008 e il 2011 al dimezzamento dei posti disponibili rispetto al biennio 2005-2006. La risalita, come si vede nel Grafico 1, non è stata immediata e solo negli ultimi anni si può dire in qualche modo consolidata, portando nel 2017 a 57.072 i posti complessivi a disposizione dei giovani, con l’emanazione nell’anno di 6 bandi per i giovani, rispetto i 7 del 2016 e i 9 del 2015 (Tab. 1).
Dice l’on. Bobba: “Un elemento di sicuramente positivo della mia delega sia stato rimettere in carreggiate e riformare il Servizio civile, anche per l’opportunità che ho avuto di incontrare giovani ed enti, una delle esperienze più positive e motivanti del mio incarico di governo”.
“Oggi discutiamo - aggiunge il Capodipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale (GSCN), cons. Calogero Mauceri - di ‘come’ fare il Servizio civile, non ‘se’ farlo. Ma quando è iniziato il mio mandato, era in dubbio la sua esistenza stessa e tra le prime cose che abbiamo dovuto affrontare c’è stata quella di riuscire a fare un bando, risolvendo in via amministrativa la questione dell’accesso degli stranieri, che aveva anche portato all’apertura di due infrazioni da parte dell’Unione Europea”.
Di questo rafforzamento complessivo del servizio civile si sono sicuramente avvantaggiati i giovani, come dimostra l’andamento delle loro domande di partecipazione ai bandi. Nel Grafico 2 è stato raffrontato con le domande dal 1997 in poi, comprese quelle dei giovani obiettori, in un periodo quindi di “obbligo” e non di “volontarietà”.
L’andamento dei volontari avviati per anno segue quello positivo dei posti messi a bando (Graf. 3), quindi con una forte crescita degli ultimi 3 anni. Dal 2013 ad oggi in particolare sono stati complessivamente 128.214 i giovani in servizio civile, portando il totale a 425.739 dal 2001. Il 2013 va ricordato anche come l’anno del blocco del bando a dicembre, dopo il ricorso di due giovani stranieri. Con la successiva apertura a quest’ultimi, secondo gli ultimi dati riferiti al 2017, i giovani non cittadini italiani (sai comunitari che extracomunitari) in Servizio civile sono stati complessivamente 3.089 (Tab. 2).
I FONDI PER IL SERVIZIO CIVILE
Il ritorno a numeri consistenti per il servizio civile, praticamente ai valori pre-crisi, è anche frutto di un maggior investimento da parte del Governo e del Parlamento, che hanno assicurato un numero rilevante di risorse, pur se lontane da quelle necessarie per il raggiungimento dei più volte annunciati “100mila giovani all’anno”. “Dopo anni di immobilismo – ha dichiarato in proposito l’on. Francesca Bonomo (PD) - abbiamo rilanciato il servizio civile nazionale permettendo a più di 130.000 giovani in questi anni di poter fare questa grande esperienza. È un risultato importante che abbiamo raggiunto con la riforma, che deve continuare anche nella prossima legislatura per attuarla completamente. Ma serve anche un cambio culturale, che coinvolga i giovani a partire dalle scuole dell’obbligo verso forme di educazione civica e cittadinanza attiva. Per questo con il Segretario PD Matteo Renzi ad Asti durante il suo tour nazionale abbiamo lanciato la proposta di Servizio Civile ‘obbligatorio’: un mese per i ragazzi in età di obbligo scolastico da dedicare agli altri e alle proprie comunità, grazie al sostegno degli enti. Dobbiamo insegnare che non ci sono solo diritti ma anche doveri verso la nostra comunità. Credo che sia un’esperienza personale molto formativa e importante per i ragazzi”.
Per una corretta lettura delle prossime tabelle, occorre ricordare come esista uno specifico Fondo Nazionale per il Servizio civile, gestito dal Dipartimento della gioventù e servizio civile nazionale, istituito con l'art. 19 della Legge 230/98, e confermato dalla leggi successivamente emanate in materia di servizio civile. Le somme assegnate sono gestite in regime di contabilità speciale, istituita con il Decreto legge 16 settembre 1999, n. 324, convertito dalla Legge 12 novembre 1999, n. 424, e quindi sono trasferibili da un anno all’altro, soprattutto in caso di residui di fondi. Ogni anno, il punto di partenza da cui si determinano i posti che saranno messi a bando, sono gli stanziamenti “strutturali” previsti dalla Legge di Bilancio, ossia quanti soldi il Governo e il Parlamento decidono di investire nel servizio civile (Graf. 4), a cui si aggiungono (o tolgono…) altri fondi in base a successivi correttivi e l’utilizzo di residui di cassa degli anni precedenti (Graf. 5).
Ma, come previsto anche dalla riforma nella legge 106/2016 e nel D.Lgs. 40/2017, in questi anni la politica del Governo, ed in modo particolare del Sottosegretario Bobba, è stata quella di allargare le possibili fonti di finanziamento, integrando non solo Garanzia Giovani, ma anche aprendo il servizio civile agli stanziamenti di altri Ministeri (MIBACT, MIPAAF, Interno, ecc…), aumentando ulteriormente le risorse disponibili (Graf. 6).
Per l’on. Giulio Marcon (Liberi e Uguali) “si sono fatti passi avanti con l’ultima Legge di Bilancio ed uno stanziamento di fondi adeguato, anche se non sempre alle parole seguono i fatti. Sarebbe infatti necessario un finanziamento ancora più ampio per il Servizio civile universale, se veramente si volesse arrivare ai 100 mila giovani all’anno più volte annunciati”. “Abbiamo visto in questi anni – prosegue Marcon - dei ‘balletti’ per recuperare i fondi necessari, ma senza un investimento vero e coerenza su questo aspetto. È stata avviata la sperimentazione dei Corpi civili di Pace, oggetto pure di una nostra proposta di legge firmata anche dal Sottosegretario Bobba. Avremmo voluto una loro stabilizzazione, ma questo purtroppo non è avvenuto”.
Il superamento della crisi e le opportunità di sviluppo hanno in ogni caso portato gli enti a “scommettere” di nuovo sul servizio civile, come dimostrano i Graf. 7 e 8, con l’andamento del numero dei progetti presentati e quello dei posti richiesti, che tornano a crescere. Anche per questo Licio Palazzini, Presidente della Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile), dice come quella appena terminata “sia stata una legislatura ‘variopinta’, che ha messo in pista tante potenzialità del servizio civile. Queste potenzialità attendono di essere rese sistema, integrando nelle regole generale le intuizioni positive. L’unica cosa certa è stata la stabilizzazione del Servizio civile nazionale, la stessa riforma verso quello ‘universale’ ha mosso per ora solo i primi passi. Molte cose rimangono ancora incompiute ed indefinite, sarà importante vedere come evolveranno, anche in considerazione dei contradittori riferimenti al servizio civile delle forze politiche in campagna elettorale”.
L'ATTIVITA' PARLAMENTARE
Dal punto di vista dell’attività strettamente parlamentare, la Legislatura appena conclusa – come detto – andrà ricordata soprattutto per l’approvazione della riforma del Servizio civile “universale”. Complessivamente sono state 18 le proposte di legge presentate dai parlamentari e riconducibili al Servizio civile e ad ambiti affini, tra cui quella per l’istituzione dei Corpi Civili di pace e del Dipartimento della Difesa civile non armata e nonviolenta (Tab. 3)
Il gruppo parlamentare più attivo su questo fronte è stato quello del Partito Democratico, seguito da quello della Lega Nord e della Sinistra, mentre quasi assenti sono stati il Movimento 5 Stelle, Forza Italia e gli altri gruppi (Tab. 4).
Per il Sottosegretario Bobba rimane l’importanza della riforma e gli aspetti innovativi che introduce per il Servizio civile “per i quali ci vorrà un po’ di tempo ad attuarli, come ad esempio la possibilità di dare al servizio civile un respiro europeo, ma anche creare condizioni positive per i giovani, perché la loro esperienza sia a servizio della comunità e perché abbiano qualcosa da mettere nel loro ‘zainetto’ delle esperienze per altre tappe della loro vita”.
Giudica “positiva” la sua esperienza anche il cons. Mauceri, che sottolinea soprattutto l’impegno “per la riscoperta dell’importanza del Servizio civile nazionale per giovani, le istituzioni e la comunità”. “Un altro passaggio per me significativo – prosegue il Capodipartimento GSCN - è stato quello di portare il tema del Servizio civile in Europa, durante il semestre di presidenza italiano, con un confronto allargato a tutti i 28 direttori generali dei paesi europei, sviluppando da un lato l’esperienza di IVO4All, unico progetto interamente finanziato dalla Ue, e dall’altro riuscendo a inserire tra le azioni del PON Garanzia Giovani anche il Servizio civile. Un risultato non scontato, ottenuto perché l'Europa ha riconosciuto che si tratta di un'esperienza veramente formativa per i giovani e con un plus verificabile in termini di occupabilità”.
“Sono stati cinque anni davvero intensi – ha scritto in questi giorni Enrico Maria Borrelli, Presidente del Forum nazionale del Servizio civile - in cui abbiamo contribuito a riformare il Terzo settore e abbiamo istituito un nuovo e ambizioso Servizio civile universale. L’attenzione della politica e dell’opinione pubblica è aumentata fino a vedere le proposte di Servizio civile, volontario o obbligatorio che sia, entrare nelle agende politiche di partiti e candidati di tutti gli schieramenti”. “Quella che fino a pochi anni fa era la cenerentola delle politiche nazionali – conclude Borrelli - oggi è la più grande sfida che l’Italia lancia all’Europa sul terreno delle politiche di cittadinanza, di solidarietà e di pace. Sarà davvero aperto a tutti i giovani che vorranno farlo? Sarà l’Italia capace di mettere in campo la più europea delle politiche? Fra poco l’Italia andrà al voto e anche per il servizio civile si aprirà una nuova stagione. Con l’augurio che sia primavera”.
Anche per Mauceri “con la riforma che si va arricchendo di atti amministrativi da consolidare, occorre anche rafforzare la struttura del DGSC, che finora ha svolto un lavoro splendido con i dirigenti e il personale, che hanno retto il peso della crescita e che hanno creduto a questo rilancio. C’è da migliorare la qualità dei progetti e di tutto il sistema, una sfida a cui sono chiamati anche gli enti e i giovani volontari. Occorre arrivare al riconoscimento delle competenze tipiche e proprie del servizio civile utili nella crescita personale dei ragazzi e spendibili poi nel mondo del lavoro. Occorre infine che il Servizio civile si apra al confronto con altri soggetti del sociale, consolidando le esperienze europee e quelle dei Corpi Civili di Pace. Credo che oggi, anche grazie al nostro impegno, ci siano le condizioni ottimali per continuare a lavorare in questa direzione”.
“L’esito migliore di questa Legislatura – ci dice Giovanni Bastianini, Presidente della Consulta nazionale del Servizio civile – è stato che questo Istituto è diventato tema di Governo. Per la prossima possiamo augurarci che lo rimanga e che il Governo impari anche a governarlo, per dirla con una battuta. Abbiamo in eredità una riforma ‘scritta’, dobbiamo augurarci che la prossima Legislatura abbia come esito una riforma ‘fatta’”. Per l’on. Bobba infine “resta anche la sfida di rendere il Servizio civile una delle politiche più efficaci per non lasciare i giovani in un limbo, ma dar loro piuttosto un’occasione per trovare una loro vocazione, una prospettiva di lavoro e nella vita. E poi quella ancora più provocante dell’obbiettivo di portare a 100 mila all’anno i posti a disposizione dei giovani, in linea con le loro richieste. E’ qualcosa che mi piacerebbe provare ancora a realizzare”. (FSp)