Cinquepalmi: “C’è bisogno di un linguaggio che si liberi dagli stereotipi”
BOLOGNA – “Il racconto dei media si inserisce nel contesto culturale in cui viviamo, carente di una prospettiva di genere nell’informare o comunicare. E la stampa dovrebbe prendere come esempio la scelta delle parole, compiuta dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, di non soffermarsi sui particolari macabri”. Il commento arriva da Mara Cinquepalmi dell’associazione Giulia Giornaliste, intervenuta oggi alla presentazione dell’Atlante dei femminicidi in Italia, una mappatura online dei casi di cronaca apparsi sulla stampa nel 2021, finanziata della Regione Emilia-Romagna, cofinanziata dal Comune di Bologna e realizzata dallo Studio Atlantis sui dati raccolti dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna.
“L’associazione Giulia Giornaliste è stata tra i promotori del Manifesto di Venezia per una corretta informazione contro la violenza sulle donne insieme alla Commissione pari opportunità della Fnsi, alla Cpo Usigrai e al Sindacato giornalisti Veneto. Il manifesto ha da poco compiuto cinque anni e stiamo pensando a un tagliando. Il Testo unico dei doveri del giornalista recita che non devono essere pubblicati i nomi di chi ha subito violenze sessuali né vanno forniti particolari che possano condurre alla loro identificazione a meno che ciò sia richiesto dalle stesse vittime. Invece, se pensiamo agli ultimi casi di cronaca letti sui giornali, abbiamo visto l’informazione andare ben oltre le regole deontologiche, rasentando quasi la pornografia del dolore o normalizzazione della violenza. Speriamo pertanto di presentare presto l’Osservatorio sui media alla ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella, anche per poter segnalare la comunicazione violenta o ricordare come si utilizzano le parole e le immagini”. (mt)