18 dicembre 2014 ore: 17:03
Immigrazione

Cittadinanza, Boldrini: “Non capisco le resistenze alla riforma"

La presidente della Camera al convegno dell’Arci “Un paese diverso è possibile?”: "Chi nasce qui, va a scuola con i nostri figli e non conosce altri territori che l’Italia, ha tutti i titoli per essere considerato cittadino. Le resistenze oggi sono solo ideologiche"
Immigrazione, cittadinanza: mani di diverse nazionalità

ROMA – “Non capisco le resistenze che ci sono in Parlamento a riformare la legge sulla cittadinanza. Chi nasce qui, va a scuola con i nostri figli e non conosce altri territori che l’Italia, ha tutti i titoli per essere considerato cittadino. Le resistenze oggi sono solo ideologiche”. Lo sottolinea la presidente della Camera, Laura Boldrini intervenendo oggi a Roma al convegno organizzando dall’Arci “Un paese diverso è possibile?”.

La presidente ha sottolineato di ritenere urgente l’esigenza di una riforma della legge 91 del 1992.  “Noi dovremmo riuscire ad avere una spinta per arrivare a un  testo condiviso: c’è una proposta popolare, ci sono proposte parlamentari, la relatrice Fabbri sta tentando di arrivare a un testo che tenga insieme tutte le parti. Ma non è facile per una contraddizione che non capisco a chi giovi, e che si basa più su una presa di posizione ideologica”.

“La presenza migrante nel nostro paese è preziosa, dal punto di vista cultura, sociale ed economico – aggiunge Boldrini – Una presenza che versa alle casse dello Stato 16,6 miliardi di euro all’anno tra gettito fiscale e Inps, ci sono migliaia di imprese migranti che danno lavoro anche agli italiani. Dov’è il pericolo? Vorrei che politica ragionasse più concretamente. Mi auguro – conclude -che il Parlamento sappia accogliere anche i richiami fatti dal presidente Napolitano che ha ricordato tante volte come una nuova legge sulla cittadinanza sia necessaria, mi unisco a lui perché è un appuntamento fino ad adesso mancato e che mi auguro riusciremo a corrispondere al più presto per una prospettiva di inclusione dei giovani migranti che vedono nell’Italia il loro paese”. (ec)

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