Cittadinanza e voto agli stranieri, Bersani: “Bisogna che gli diciamo che sono italiani”
In particolare, Sarubbi, firmatario di una proposta bipartisan con il finiano Granata per modificare la legge sulla cittadinanza che è ferma da due anni in Commissione Affari Costituzionali, ha commentato: “questa è la testimonianza che la politica non può fermare la società civile, io ci ho provato dall’alto ma come dimostra anche il successo del referendum, si può riuscire dal basso, quello che la politica non riesce a fare, la gente lo fa”.
Tra i firmatari anche la decana della sociologia italiana, Maria Immacolata Macioti, ordinaria di Sociologia della Comunicazione e delle Religioni all’università La Sapienza. “Siamo in una situazione talmente spaventosa che qualunque cosa inverta la rotta va tentato – ha detto – quanto è successo a Lampedusa non avviene per caso, c’è stata incuria. Ora diciamo sgomberiamo ma che bisogno c’era di arrivare a questi estremi?”. Sulla cittadinanza, la studiosa ha commentato: “è diventato più complicato ottenere la cittadinanza, è fuori dalla storia, andiamo contro le dinamiche internazionali”. Secondo il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero: “questo paese è capace soltanto di sfruttare e di reprimere gli uomini e le donne che vivono qui in Italia, è ora che si torni a parlare il linguaggio dei diritti”.
Ascanio Celestini, Gianni Rivera, la rete G2, Maria Bonafede dei protestanti Valdesi e padre Giovanni La Manna presidente del Centro Astalli hanno supportato l’iniziativa con la loro presenza, come Andrea Olivero, presidente Acli. “E’ doveroso riconoscere la dignità di persone e il diritto di ottenere la cittadinanza in tempi dignitosi per coloro che già pagano le tasse in questo paese. Riconoscere i diritti contribuisce alla sicurezza del territorio – ha detto padre La Manna – per un bambino che nasce in Italia da genitori stranieri oggi perfino una gita scolastica all’estero diventa un ostacolo”. Secondo l’attore e autore teatrale Ascanio Celestini “l’immigrazione è stata forza lavoro che ha contribuito a frenare la crisi in Italia”.
Paolo Beni, presidente di Arci, ha sottolineato come “le nostre leggi sulla cittadinanza sono tra le più ostative d’Europa, gli stranieri sono cittadini in mezzo a noi senza essere riconosciuti italiani, questa è una bomba a orologeria, non rendersene conto è irresponsabile”. La rete Primo Marzo, tra i promotori, considera cruciale la questione, affermando che “se questa campagna diventasse legge dello Stato, si arriverebbe al punto in cui non ci sarebbe più bisogno di lottare per persone considerate diverse in tema di diritti civili”. (raffaella cosentino)