Cittadinanza, le seconde generazioni tornano in piazza “Diritto non privilegio”
ROMA - Riparte la mobilitazione della società civile per chiedere la riforma della legge sulla cittadinanza. “Non si tratta di ius soli, ius culturae o ius sanguinis, parole che in passato sono state usate come clave per darsi addosso, ma di andare alla sostanza della realtà quotidiana, si tratta di guardare veramente alle vite di bambini e adolescenti e non continuare a punirli come se fossero colpevoli, solo perché hanno origini straniere”, sottolinea Marwa Mamhoud, portavoce del Movimento Italiani senza cittadinanza, intervenendo oggi a Roma al convegno “I processi di integrazione dei giovani di origine straniera e la riforma della cittadinanza”, organizzato per presentare i risultati del progetto Arts Togheter.
Il primo appuntamento è fissato per il prossimo 18 dicembre, con un falsh mob a piazza Montecitorio. “Ci mobiliteremo ancora, sarà una mobilitazione di piazza con i nostri grandi alleati: insegnanti, tra cui il Tavolo Saltamuri, genitori, studenti, perché la legge riconosca che ci cresce in Italia è italiano - aggiunge Mamhoud -. Mi appello alla saggezza degli adulti, ai rappresentanti del governo e al senso comune dei parlamentari perché tutti insieme si ragioni ad alcune modifiche della legge sulla cittadinanza, che consentano di riconoscere tutti i figli d’Italia. Oggi ci sono figli illegittimi in questo paese, che pure ha investito a livello sociale, scolastico ed economico”. Mamhoud ricorda che ad attendere la riforma sono circa un milione di ragazzi “italiani di fatto ma non di diritto”, tre su quattro nati qui.
Al convegno hanno partecipato anche rappresentanti dell’attuale maggioranza di Governo. Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari istituzionali ha assicurato che si andrà avanti per ottenere un testo condiviso entro febbraio. "Se ci dobbiamo muovere nella paura - afferma - non avremo vita lunga". Graziano Del Rio dice che “se la legge verrà calendarizzata il Pd è pronto a votarla" aggiungendo che "le battaglie per i diritti non sono mai semplici”. "Capisco la rabbia di questi ragazzi - aggiunge - ma io non mi demoralizzo".
Per niente rassicurati dalle parole dei politici le associazioni, i movimenti e i sindacati, hanno annunciato battaglia. “Noi scenderemo in piazza per portare a casa il risultato, lo faremo, se necessario, anche ogni settimana - afferma Filippo Miraglia di Arci nazionale - I politici non ci sembrano così coraggiosi. Dimostreremo loro che una parte non minoritaria della società ha a cuore questa riforma, la cittadinanza è un diritto non un privilegio, gli italiani ne sono già consapevoli”.