Cittadinanza, Save the children: "Riconoscerla a minori che nascono e crescono in Italia"
La presenza dei minori stranieri non è omogenea sul territorio nazionale, ma si concentra nelle regioni del Nord (65,2%), a seguire il Centro (23,3%) e il Sud (11,5%), prosegue la nota. In termini assoluti è la Lombardia ad avere il numero più alto di studenti con cittadinanza non italiana (231.819), mentre in termini percentuali è l'Emilia Romagna a registrare il valore più alto sul totale degli studenti (18,4%), prosegue la nota. Sempre in termini percentuali, le province dove si registra il valore più alto di studenti di origine straniera sono quelle di Prato (28%), Piacenza (25,2%) e Parma (21,3%). Per quanto riguarda il tasso di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana, questo non si discosta da quello degli studenti di origine italiana negli anni centrali del percorso scolastico. Uno scostamento si segnala, invece, nella scuola dell'infanzia (frequentata solo dall'84,1% dei bambini con cittadinanza non italiana a fronte del 95% dei bambini italiani) e negli ultimi due anni del percorso delle scuole secondarie di secondo grado, quando si registra un dato preoccupante relativo all'abbandono precoce degli studi da parte dei 17-18enni: più di un quarto degli studenti di origine straniera non completa il percorso di studi superiore (tasso di scolarità degli studenti di origine straniera 74,8% a fronte dell'81,6% degli studenti italiani). Anche sul fronte del rendimento e dei ritardi scolastici si rilevano elementi di disuguaglianza, dovuti anche, in molti casi, alla condizione economica delle famiglie di origine straniera. L'incidenza di povertà assoluta delle famiglie con minori composte da soli stranieri raggiunge, infatti, il 36,1%, a fronte del 7,8% di quelle italiane, aggiunge la nota. In una fase delicata come quella della crescita, per bambine e bambini nati o arrivati da piccolissimi in Italia, la mancanza della cittadinanza non solo ha degli effetti pratici negativi "per quanto riguarda, ad esempio, le gite o i soggiorni educativi all'estero, gli scambi culturali e le competizioni sportive" ma anche conseguenze nella maturazione del senso di appartenenza alla comunità nella quale si vive.
Una recente indagine condotta da Save the Children su un campione rappresentativo di 15-16enni che vivono in Italia, in merito alle loro aspirazioni e aspettative sul futuro, rileva che, se l'aspirazione di trasferirsi all'estero è condivisa da un numero rilevante di adolescenti di origine italiana (il 34,9%), la percentuale di ragazzi e ragazze di seconda generazione che pensa a un futuro fuori dall'Italia raggiunge il 58,7%, si legge ancora nella nota. Anche tra i minori migranti di prima generazione una buona parte aspira a trasferirsi all'estero ma in percentuale minore (42%), forse perché ancora legati alla speranza di poter realizzare i propri sogni in Italia. È un dato particolarmente preoccupante per un Paese come il nostro che attraversa una gravissima crisi demografica. Segnali di disagio si rilevano anche da uno studio realizzato da Save the Children nel 2023 sul pluralismo culturale nelle scuole italiane, condotto tra 6 mila studenti di 10-17 anni che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado in cinque città italiane (Catania, Milano, Napoli, Roma e Torino). Dallo studio emerge, tra l'altro, come gli studenti privi di cittadinanza italiana avvertano più dei coetanei un senso di estraneità alla comunità scolastica, conclude la nota. Ad esempio, alla domanda "Ti senti parte della tua scuola?" il 17,9% degli studenti con background migratorio senza cittadinanza italiana afferma di non sentirsi mai o quasi mai parte. Tale percentuale scende al 13,8% degli studenti con background migratorio e con cittadinanza italiana e al 10,6% per i coetanei con entrambi i genitori italiani.