Cittadini ucraini si fingono comunitari per ottenere nuove identità
MILANO - Ci sono immigrati irregolari "che cercano d'introdursi nelle maglie della legalità", attraverso la falsificazione di documenti di Paesi appartenenti all'Unione Europea. Fogli che concedono loro il diritto di ottenere in automatico la carta d'identità italiana, di aprire la posizione Inps, di accedere al Servizio sanitario nazionale. Dietro queste false identità "spesso ci sono persone dal profilo crimonogeno importante". A parlare è Flavio Rosa, ispettore aggiunto della Polizia Locale di Milano. L'ispettore, insieme al comandante Tullio Mastrangelo e all'assessore alla Sicurezza Marco Granelli presenta i risultati di un'indagine cominciata qualche settimana fa e che si sta allargando sempre di più. Diciassette i casi di flasificazione di documenti comunitari per ottenere dei documenti italiani validi finora incrociati dagli agenti della municipale, 14 dei quali riguardavano cittadini ucraini. Si spacciano per lituani o bulgari, soprattutto.
Da gennaio a giugno, la polizia locale ha controllato 571 documenti sospetti e 482, cioè l'85%, sono risultati falsi. Percentuale analoga sui 2.175 controllati lo scorso anno. "Ci è stato segnalato un forte aumento delle presenze tra i cittadini ucraini, a seguito della situazione di crisi che sta vivendo il Paese", aggiunge l'ispettore. Segnalazioni del genere riguardano anche cittadini siriani, verso cui la polizia locale sta intensificando i controlli. Oltre al flusso migratorio dalle aree di crisi, gli investigatori si aspettano che Expo sia un grande richiamo per criminali che cercano di rifarsi un'identità in Italia. "Il controllo del territorio e il coordinamento fra enti sono fondamentali per prevenire questo tipo di illegalità. Sarebbe utile estendere la collaborazione anche ad altri Comuni soprattutto in previsione dei flussi di persone che attirerà Milano con Expo 2015", sottolinea l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli.
I fermi più recenti ordinati dalla polizia locale riguardano L. I., nato in Russia il 20 settembre 1969 e Z. S., nato in Serbia il 22 giugno 1972. L. I. ha numerosi precedenti penali: rapina impropria, guida senza patente, reati contro il patrimonio. Gli investigatori che la stessa persona ha un alias: A. G., nato in Lituania, stesso giorno e stesso anno. È uscito dal carcere nel marzo 2014 e nell'occasione gli è stato interdetto l'ingresso in Italia. Qualche settimana fa, L. I. viene fermato dalla municipale con un pretesto: in mano ha documenti italiani pienamente regolari, ma ottenuti da carte false. Per rendersene conto, gli investigatori inseriscono in database che hanno a disposizione un codice di verifica da cui emerge la falsità del documento.
Z. S. ha una fedina penale infinita e un profilo criminale ben diverso. Ha in mano almeno tre identità. Anche in questo caso, la polizia locale lo ferma con un pretesto, mentre è in auto. I suoi documenti italiani sono veri. Su di lui è stato spiccato un mandato d'arresto europeo per truffa internazionale (vendeva grossi macchinari industriali e diamanti). Nel suo appartamento di 7 locali in piazza Napoli, la Polizia locale trova bancomat e carte di credito, passaporti, buste paga, due patenti di guida serba e una bulgara. (lb)