6 maggio 2022 ore: 13:12
Salute

Cocaina, nuovo record di sequestri. Allarme Emcdda: “In Europa anche parte della produzione”

Non più soltanto cocaina da immettere nel mercato. Tra i sequestri anche pasta di coca, cocaina base e precursori soprattutto in Belgio, Paesi Bassi e Spagna. Cresce il rischio di produzione di prodotti a base di cocaina, come il crack. Preoccupa anche l’incremento della produzione di metanfetamine: in 10 anni sequestrato il 477% in più
Droghe, cocaina e banconota
ROMA - Per il quarto anno consecutivo, nel 2020 in Europa i sequestri di cocaina hanno fatto segnare un nuovo record, con 214,6 tonnellate intercettate dalle forze dell’ordine e un aumento del 6% rispetto al 2019. Ma non è solo l’inarrestabile aumento del traffico di cocaina a preoccupare le autorità europee: da qualche tempo alcuni dei processi di produzione di cocaina si stanno spostando anche in Europa superando la storica ed esclusiva localizzazione della produzione in America Latina. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio sulle droghe di Lisbona (Emcdda) e l’Europol che in una nota denunciano il crescente mercato della cocaina e della metanfetamina in Europa.

Secondo l’Emcdda, il mercato europeo della cocaina è in espansione, con livelli di traffico “senza precedenti”. Seconda solo alla cannabis come utilizzo in Europa, nel 2020 il valore del suo traffico è stato stimato in circa 10,5 miliardi di euro, mentre sarebbero 3,5 milioni gli europei tra i 15 e i 64 anni che riferiscono di averla assunta almeno una volta nell'ultimo anno. Gli alti livelli di produzione di cocaina in Sud America hanno portato a realizzare sequestri record sul territorio europeo che non è più soltanto un punto di arrivo, ma ormai anche di transito verso Medio Oriente e Asia.

In soli tre paesi europei si è sequestrato - nel 2020 - ben i tre quarti della cocaina intercettata: Belgio (70 tonnellate), Paesi Bassi (49 t) e Spagna (37 t), tuttavia nella top ten ci sono anche l'Italia (13,4 t), la Francia (13,1 t), la Germania (11 t) e il Portogallo (10 t). E sono proprio Belgio, Paesi Bassi e Spagna i paesi dove, secondo le autorità, la cocaina arriverebbe anche sotto forma di prodotti intermedi (pasta di coca o cocaina base) per poi essere raffinata proprio sul suolo europeo. Oltre alla cocaina, infatti, alle frontiere europee sono state sequestrate anche grandi quantità di precursori chimici utilizzati nella produzione di cocaina. “La disponibilità in Europa di grandi quantità di cocaina base e pasta di coca - si legge nel comunicato dell’Osservatorio di Lisbona - crea il rischio che nuovi prodotti a base di cocaina (ad esempio il crack) emergano sui mercati europei, ponendo notevoli rischi per la salute e la società”.

Sebbene abbia numeri ben diversi da quelli del mercato della cocaina, anche quello della metanfetamina sta facendo crescere l’allerta in Europa. Secondo l’Osservatorio di Lisbona, le tendenze a lungo termine indicano una costante espansione del mercato. “Tra il 2010 e il 2020, il numero di sequestri di metanfetamine nell'Ue 27 è più che raddoppiato - si legge nella nota -, mentre i quantitativi sono aumentati del 477%, con  2,2 tonnellate intercettate nel 2020”. Mentre in passato la produzione di metanfetamina avveniva soprattutto in piccoli laboratori della Repubblica Ceca e in paesi limitrofi, oggi preoccupa la presenza di laboratori ben più grandi in Belgio e nei Paesi Bassi. Un balzo nella produzione notato dal 2019. Inoltre, preoccupa l’emergente produzione di metanfetamine in Afghanistan per i prezzi competitivi e le rotte consolidate verso l'Europa.

“Ci troviamo di fronte ad una crescente minaccia di un mercato della droga più diversificato e dinamico, guidato da una più stretta collaborazione tra le organizzazioni criminali europee e internazionali - afferma Alexis Goosdeel, direttore dell’Emcdda -. Dobbiamo essere ancora più sensibili ai segnali provenienti dal mercato e investire in una maggiore azione coordinata, non solo in Europa, ma anche con i nostri partner internazionali nei paesi produttori e di transito”. Per Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol, "quasi il 40% delle reti criminali che operano a livello internazionale segnalate a Europol sono attive nel traffico di droga. Combattere questo commercio illegale è una priorità fondamentale per l’Unione europea”.(ga)
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