6 giugno 2019 ore: 11:26
Salute

Cocaina, record di sequestri in Ue. Più canali di spaccio

Relazione dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Nel 2017 sono state intercettate oltre 140 tonnellate di cocaina, solo 70,9 nel 2016. Oltre 104 mila le operazioni di sequestro. Cresce la presenza dello stupefacente nelle acque reflue delle città, mentre si assiste ad una “uberizzazione” dello spaccio, con veri e propri call center e corrieri
Cocaina, busta aperta. Droghe
ROMA - I sequestri di cocaina in Europa “hanno raggiunto livelli record” e “si osservano segnali di un aumento della disponibilità di cocaina”. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda) che oggi a Bruxelles presenta la Relazione europea sulla droga 2019. Secondo la relazione dell’Osservatorio con sede a Lisbona, persiste sul vecchio continente “una disponibilità elevata della maggior parte delle sostanze illecite”. Secondo i dati raccolti, in Europa (Ue-28, Turchia e Norvegia), ogni anno viene segnalato oltre un milione di sequestri di sostanze illecite e sono circa 96 milioni gli adulti che hanno provato una sostanza illecita nel corso della loro vita, mentre sono 1,2 milioni le persone che ogni anno sono sottoposte a trattamento in seguito al consumo di sostanze illecite (Ue-28).

Il dato più preoccupante di questo rapporto annuale, però, riguarda la disponibilità e il consumo di cocaina. I dati del 2017 (l’Osservatorio di Lisbona analizza i dati forniti dai diversi paesi e questo crea sistematicamente una prospettiva temporale più dilatata rispetto alle statistiche rese note nei singoli paesi) parlano chiaro: in Ue sono stati segnalati oltre 104 mila sequestri di cocaina, mentre nel 2016 erano 98 mila. Il confronto tra la cocaina sequestrata nei diversi anni mostra una differenza ancora più marcata: nel 2017 sono state 140,4 tonnellate, circa il doppio del quantitativo sequestrato nel 2016, cioè 70,9 tonnellate. Tutto questo, mentre il prezzo al dettaglio della cocaina è rimasto stabile, mentre la purezza in strada ha raggiunto nel 2017 il livello più alto in un decennio.

Secondo l’Osservatorio, inoltre, la cocaina rappresenta anche la sostanza stimolante illecita più comunemente utilizzata nell’Ue, con circa 2,6 milioni di giovani adulti (15-34 anni) che dicono di averla utilizzata almeno una volta nell’ultimo anno nel 2017. Il dato più interessante, però, è quello derivante dall’analisi condotte nelle acque reflue dei diversi paesi: “tra il 2017 e il 2018 si è verificato un aumento dei metaboliti della cocaina in 22 delle 38 città che dispongono di dati per questo periodo - spiega l’Osservatorio -, confermando la tendenza ascendente segnalata anche nel 2017”. Il dato più recente relativo al 2018, inoltre, mostra come i residui giornalieri più elevati siano stati registrati in alcune città del Belgio, della Spagna, dei Paesi Bassi e del Regno Unito. 

Sono circa 73 mila, inoltre, le persone in trattamento specialistico della tossicodipendenza per problemi legati alla cocaina. “Di questi, destano particolare preoccupazione gli 11 mila soggetti che hanno intrapreso un trattamento per problemi legati alla cocaina crack - spiega l’Osservatorio -, una forma particolarmente dannosa di consumo di cocaina. In base alle segnalazioni il numero di nuovi soggetti con necessità di trattamento per un problema di cocaina è aumentato per la prima volta del 37% tra il 2014 e il 2017, dato che suggerisce un incremento delle esigenze di trattamento”. La cocaina, inoltre, è lo stupefacente “più comunemente segnalato nei ricoveri ospedalieri di emergenza riconducibili al consumo di sostanze stupefacenti registrati da una rete di 26 ospedali sentinella in 18 paesi europei nel 2017”, spiega il rapporto. 

Il picco di disponibilità crea anche nuove modalità di spaccio. Secondo l’Osservatorio, infatti, è “evidente che l’utilizzo dei social media, dei mercati presenti sul darknet e delle tecniche di crittografia abbiano un ruolo sempre crescente nel consentire a piccoli gruppi e a singoli individui di cimentarsi nello spaccio di droga”. Rispetto al mercato della cocaina, aggiunge il rapporto, “risulta evidente che sono stati messi a punto metodi di distribuzione innovativi. Un esempio è costituito dall’esistenza di call center dedicati all’acquisto di cocaina, con corrieri che assicurano consegne rapide e flessibili. Tali metodi, che rispecchiano una potenziale ‘uberizzazione’ del commercio di cocaina, sono indicativi di un mercato competitivo, in cui gli spacciatori competono tra loro offrendo servizi aggiuntivi oltre al prodotto stesso”.

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