Codice condotta, verso l'intesa con le ong: "Aspettiamo chiarimenti"
Foto Sea watch
ROMA – La decisione definitiva è rinviata a lunedì ma sembra che si stia andando verso un’intesa. Questo pomeriggio le organizzazioni umanitarie impegnate nel salvataggio in mare, riceveranno il testo modificato del Codice di condotta elaborato dal ministero dell’Interno, in cui saranno recepite in parte le richieste da loro avanzate nella riunione di questa mattina al Viminale. Poi il 31 luglio alle 16 dovranno decidere in maniera definitiva se firmare o meno. In particolare, sembra esserci particolare apertura su alcuni punti chiave: il ministero, infatti, sarebbe orientato a modificare il divieto di trasbordi da una barca a un’altra, fortemente contestato da tutte le ong, perché ostacolerebbe le operazioni di salvataggio. Anche sulla possibilità di avere la polizia giudiziaria a bordo delle navi si potrebbe arrivare a un’intesa: gli agenti, infatti, dovrebbero essere disarmati e la presenza non costante ma legata solo ad alcune circostanze.
-Medici senza frontiere, in particolare, ha diffuso questa mattina un documento in cui elenca i punti critici e indica le modifiche richieste. “Abbiamo riscontrato un atteggiamento di ascolto da parte del ministero, anche se su alcuni punti ci sono delle difficoltà ad accogliere i nostri emendamenti – spiega Gabriele Eminente, presidente di Msf - Finché non vediamo il testo definitivo non possiamo dire se lo firmeremo o meno. Il tema della polizia a bordo e dei trasbordi sono centrali per noi e tutte le altre ong. Sui trasbordi c’è un’apertura, anche perché così come è concepito il testo fino a oggi indebolisce molto l’attività di ricerca e soccorso in mare. Mentre sul tema della polizia giudiziaria a bordo sono molti i dettagli da discutere su cui il Viminale sta lavorando. Noi abbiamo cercato di limitare nostre richieste e abbiamo elencato condizioni imprescindibili per la polizia a bordo. Innanzitutto personale non armato, presenza non costante e in una modalità concordata. Infine è particolarmente importante per noi che non ci sia nessuna interferenza con l’attività medica”.
Più ottimista la posizione di Save the Children. “Siamo in attesa del testo definitivo, ma speriamo di poter arrivare al più presto a una firma che ci consenta di poter operare serenamente per quella che è una grandissima tragedia umanitaria di cui purtroppo abbiamo piena e immediata testimonianza ogni giorno – afferma la responsabile per i programmi in Italia Rafaela Milano -. Quello dei trasbordi è uno dei punti su cui abbiamo chiesto chiarimenti e siamo fiduciosi che si possa arrivare a un accordo, anche perché abbiamo riscontrato la massima disponibilità a trovare un’intesa”. Se si superano alcuni divieti l’ong si dice orientata a firmare il codice: il nostro intento è quello di garantire sempre la massima collaborazione con la guardi costiera. Per noi la possibilità di unire le sforzi è fondamentale”.
Dura invece la posizione di Sandra Hammamy di Sea Watch: “ Alcuni punti devono essere assolutamente cambiati perché ci sia per noi la possibilità di firmare – afferma -. Il nuovo documento lo riceveremo oggi e valuteremo. Anche noi ci siamo soffermati sulla questioni dei trasbordi, ma abbiamo proposto cambiamenti anche per quanto riguarda il certificato di idoneità – spiega -. Inoltre ci sono altre due questioni da chiarire: la polizia a bordo e la collaborazione con la guardia costiera libica. Per noi un’operazione umanitaria non può avere persone armate a bordo, su questo abbiamo un approccio comune con tutte le altre ong”.
In una nota il Viminale parla di “importanti passi avanti”. "In un clima di collaborazione e confronto costruttivo, sono stati realizzati importanti e significativi passi in avanti, recependo anche alcuni contributi di chiarimento che le Ong hanno richiesto, volti a migliorare il testo proposto – si legge -. La redazione definitiva sarà in giornata stessa inviata alle singole Ong che hanno manifestato la loro disponibilità ad esaminare il testo definitivo, la cui firma è programmata per lunedì prossimo alle ore 16.00". (ec)