Cohousing per donne in difficoltà: parte in Sardegna un progetto sperimentale
ROMA - Accogliere donne in situazioni di disagio, lontane dalla famiglia o dal proprio ambiente e offrire accompagnamento nell’ottica dell’auto mutuo aiuto. È questa la sfida della Casa della giovane Ettore Desogus, un nuovo centro sperimentale per il cohousing che verrà inaugurato il prossimo 23 marzo ad Arbus, in piazza Cavalleria ad Arbus, in provincia di Cagliari. Dopo aver avviato un Centro di ascolto, oggi la struttura offerta della famiglia Statzu è pronta sperimentare una nuova forma di coabitazione solidale grazie all’impegno dell’Acisjf (Associazione cattolica internazionale a servizio della giovane), coadiuvata dalla cooperativa Sinergie per le attività educative. “L’obiettivo è sperimentare nuove forme di cohousing per dare una risposta a un’emergenza abitativa - racconta Carla Serpi, presidente di Acisjf Cagliari -. Non parliamo di un breve periodo, ma anche per periodi lunghi. Dare la possibilità a queste donne di trovare un luogo dove vivere in una famiglia. Questa casa deve dare l’opportunità di creare una famiglia con altre donne e recuperare una certa serenità mancato in un momento di difficoltà e di crisi magari in famiglia oppure di disagio per una persona che viene in Italia e che si trova senza nessun supporto”.
Il progetto, realizzato all’interno del progetto “Ampliacasa – l’Acisjf per il cohousing” e sostenuto dalla Fondazione con il Sud, permetterà di ospitare fino a 8 donne, in quattro camere con due posti. Dopo la prima fase di creazione di una rete territoriale di associazioni di volontariato per l’accoglienza in tre regioni del Sud (Calabria, Sicilia e Sardegna) e l’analisi delle buone prassi di coabitazione già esistenti, il progetto è quindi pronto a sperimentazione il nuovo modello di intervento. “Nella casa vorremmo attivare dei laboratori dedicati solo a queste donne che magari hanno bisogni di formarsi per trovare un lavoro e per avere una prospettiva futura - aggiunge Serpi -. Quindi una formazione specifica, dal cucito al restauro”. Per l’associazione, oltre a rappresentare una risposta innovativa alla nuova emergenza abitativa, il progetto si inserisce nel “solco di un rinnovato desiderio di accogliere per il mondo del volontariato”. L’esperienza di Arbus va ad aggiungersi alle tante realizzate sul territorio nazionale da Acisjf dalla sua nascita ad oggi. Sono 15 le case di accoglienza e le comunità per minori presenti in tutta Italia per un totale di circa 600 posti letto. Circa 5 mila i giovani che si rivolgono ogni anno agli uffici di stazione, circa 20 mila i pasti gratuiti offerti. Un impegno che ad oggi ha risposto alle necessità di 15 mila ragazze e giovani donne in gravi difficoltà.