25 giugno 2014 ore: 14:13
Disabilità

Come cambia la disabilità: dal miserabile accattone al glorioso invalido di guerra

In un convegno organizzato da Ledha e Fondazione Cariplo, si analizzerà l'evoluzione del concetto di disabilità a cavallo tra '800 e '900. Anni di grandi cambiamenti
Disabili gravi. ragazza in carrozzina

MILANO - L'assicurazione obbligatoria per gli infortuni sul lavoro risale al 1919. In quegli anni la Grande Guerra e l'industrializzazione "creano" nuovi invalidi. E chi è disabile non è più considerato un miserabile. Anzi è "un glorioso invalido di guerra". Gli anni a cavallo tra '800 e '900 portano grandi cambiamenti, anche per il modo con cui sono viste e trattate le persone con disabilità. E di questa evoluzione del concetto di disabilità si parlerà in un singolare convegno, organizzato dalla Ledha e dalla Fondazione Cariplo, dal titolo "Dal miserabile accattone al glorioso invalido di guerra”. Si svolgerà giovedì 26 giugno, all’Università degli Studi di Milano Bicocca (edificio U6 aula 7) dalle 14.30 alle 17.30. Interverranno Paolo Zocchi ("L'assistenza sanitaria a Milano tra otto e novecento"), Barbara Bracco ("Disabilità e Grande guerra, tra bisogni sociali e retorica") e Matteo Schianchi che, durante il suo intervento "Milano e disabilità tra fine Ottocento e i primi del Novecento", presenterà alcuni elementi del progetto di ricerca “Come si costruisce l'esclusione della disabilità. I disabili a Milano (1870-1915)” sostenuto da Fondazione Cariplo e realizzato da Ledha e FISH. Il progetto si concretizzerà nella successiva pubblicazione di un volume.

A conclusione del convegno è prevista anche una tavola rotonda, che cercherà di attualizzare le scoperte fatte da Matteo Schianchi con la sua ricerca. Parteciperanno Pierfrancesco Majorino, assessore alla Politiche sociali del Comune di Milano, Franco Bomprezzi, presidente di Ledha, e Roberta Garbo, docente di Pedagogia speciale all’Università degli Studi Milano - Bicocca. “Studiare queste vicende è utile a capire come è cambiata la percezione della disabilità. Ma anche cosa ci portiamo ancora oggi dal passato – spiega Matteo Schianchi -. Il senso comune si riproduce senza che ce ne rendiamo conto e senza sapere che anche noi ne siamo degli agenti. Per esempio quando usiamo categorie e concetti che ci sembrano “naturali” e invece non lo sono affatto. La storia è sempre una costruzione di meccanismi che dobbiamo cercare di capire meglio per comprendere fino a che punto ci siamo dentro, in forme mutevoli, o le loro evoluzioni”. (dp)

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