Conclave. Costalli (Mcl): ''Nuovo papa forte nella gestione''
“La sorpresa è stata indubbiamente grande, ma riflettendoci sopra – precisa - è apparsa evidente la forza di questo suo grido, una scelta difficile e grave: ha lasciato per il bene della Chiesa e gli diciamo un sommesso grazie per aver assunto su di sé una responsabilità gravosa”. Benedetto XVI “ha guidato la cristianità in un momento oscuro e ha avuto il grande merito di puntare ad una gestione trasparente e forte, soprattutto riguardo allo scandalo degli abusi sessuali di alcuni sacerdoti”: il papa tedesco insomma “ha messo in moto nonostante l'età avanzata un rinnovamento che è in corso e che sono certo continuerà”. “Non basta dare degli indirizzi teologici”, dice Costalli ammettendo peraltro che proprio “la gestione della macchina ha influito molto” sulla decisione del papa di rinunciare, “frutto di un travaglio doloroso”.
Trasparenza, dunque, è una parola chiave per il nuovo pontificato: “E' chiaro che nella gestione della Chiesa la riservatezza deve mantenere un ruolo importante, ma la sensazione è che si sia iniziato a rendere più trasparenti alcuni meccanismi e che questo percorso vada continuato”. Insieme al papa, “servirebbe un Segretario di Stato giovane, che conosca la macchina della diplomazia”, ad evitare le polemiche che hanno accompagnato almeno inizialmente il mandato del cardinale Bertone. Quanto ai veleni di Vatileaks, giusto che il papa non venga scelto solo sulla base di quanto accaduto, ma è evidente che quei fatti avranno un peso rilevante, anche perché così ha voluto lo stesso Benedetto XVI nel momento in cui “ha dato un segnale evidente ricevendo negli ultimi giorni di pontificato – e facendolo sapere pubblicamente - i cardinali che hanno redatto il dossier”
Per il futuro occorre dunque un papa missionario che sia però anche forte nella gestione corrente. “Quanto alla nazionalità, sono uno di quelli che pensa che un papa italiano sarebbe importante: vi sono cardinali autorevoli e una provenienza dalla Cei potrebbe anche evitare qualche disguido o dissenso fra la Segreteria di Stato e la Conferenza episcopale”, riferimento quest'ultimo ai diversi modi di intendere il ruolo che nel corso dell'ultimo pontificato ci sono stati fra il cardinale Bertone e il cardinale Bagnasco. Il presidente del Mcl vede anche una linea di continuità su alcuni temi, in particolare quelli dei “valori non negoziabili” e del contrasto alla “dittatura del relativismo”: quanto poi alla provenienza del nuovo pontefice, detto che “interessa il contenuto” e non la geografia, Costalli ammette di “fare il tifo per l'Italia”, una nazione “al di là delle apparenze ancora profondamente cattolica”: un papa italiano sarebbe un “fatto positivo per il paese”. Quanto ai nomi, “mi piacciono i cardinali che stanno nelle diocesi, ad iniziare del presidente della Cei Bagnasco, arcivescovo di Genova, che conosco molto bene”. Ma anche Betori (Firenze), Sepe (Napoli) e Scola (Milano). (ska)