Confcooperative Roma: "Senza manodopera a rischio 1 cooperativa su 6"
ROMA - Educatori, operatori socio-sanitari e assistenti sociali. Secondo il report di Confcooperative Roma sono queste le figure che oggi mancano alle imprese sociali della Capitale. Figure fondamentali senza le quali le cooperative rischiano di chiudere e i servizi assistenziali non possono essere garantiti. Le cooperative della Capitale non riescono a reperire figure professionali adeguate. È così per l'86,1% di esse, ma la difficoltà maggiore è per le aziende sociali. Secondo uno studio di Confcooperative Roma è il 92,3% delle imprese sociali a non trovare le figure specifiche di cui hanno bisogno, che abbiano specifiche competenze tecnico-operative richieste dal proprio settore. Grazie a un report condotto in collaborazione con Job4good, è stimato che i profili più ricercati nell'ultimo anno sono proprio gli educatori (22%), gli operatori socio-sanitari (10%), gli amministrativi (10%) e gli assistenti sociali (9%). Tutte figure senza le quali molte delle aziende sociali rischiano di chiudere. Dati davvero preoccupanti se consideriamo che le imprese operano nei settori dell'assistenza e dell'educazione, a supporto dei più bisognosi.
Le skill più richieste ai candidati sono il problem solving, il lavoro di squadra e la capacità di adattamento, però, a fare da contraltare c'è la difficoltà nel soddisfare le aspettative salariali, a causa della concorrenza con il settore privato e con le limitate risorse finanziarie a disposizione. Inoltre, ad accompagnare la mancanza di manodopera si riscontra il problema degli under 30: la maggior parte delle cooperative impiega meno di 50 giovani, con una percentuale significativa che ne impiega meno di 10.
"Non ci possiamo permettere di perdere opportunità di lavoro in un contesto macroeconomico precario come quello che stiamo vivendo- afferma Marco Marcocci, presidente Confcooperative Roma -. Occorre migliorare la rete tra istituzioni, associazioni datoriali e sindacati per dare risposte più efficaci a questo problema. La cooperazione ha storie meravigliose da raccontare: penso alle filiere agricole, alla rigenerazione urbana, alla valorizzazione turistica, ai servizi di prossimità, al welfare. Ogni cooperativa è ambasciatrice di sviluppo sostenibile".
"Secondo i nostri dati l'86,1% delle cooperative romane non riesce a reperire figure professionali nel proprio ambito - afferma Laura Bongiovanni, presidente associazione Isnet –. I numeri dicono che le collaborazioni con scuole e università funzionano, ma ci sono ampi margini di miglioramento considerato che i progetti sono ancora pochi. Suggerisco di incrementare i percorsi formativi e di sviluppo delle competenze, oltre a interpellare direttamente i giovani e utilizzare il logo linguaggio nelle proposte".
Nel prossimo futuro, "due competenze trasversali emergeranno come le più richieste: il pensiero critico e la capacità di gestire i processi di digitalizzazione - afferma Diego Maria Ierna di Job4Good- per attrarre e coltivare questi talenti sarà fondamentale investire in maniera strategica sulle risorse umane, non solo offrendo stipendi competitivi, ma creando un ambiente di lavoro che favorisca un equilibrio sostenibile tra vita privata e professionale, accompagnato da percorsi di carriera chiari e strutturati". (DIRE)