4 dicembre 2023 ore: 15:10
Società

Conflitto Israele Palestina. Mobilitazione di Msf per chiedere il cessate il fuoco permanente

Con la campagna Gaza Stop Now Medici senza frontiere lancia un Manifesto per per porre fine agli attacchi israeliani nella Striscia: “Personale medico esausto e disperato”
@Medici senza frontiere La catastrofe umanitaria a Gaza, foto di Medici Senza Frontiere

ROMA – Oggi, in tutto il mondo, Medici Senza Frontiere (Msf) lancia la mobilitazione Gaza: Stop Now per chiedere a tutte le parti in causa di adoperarsi per garantire un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza.È ora chele diplomazie internazionali, Italia compresa,chiedano al governo israeliano di porre fine agli attacchi mortali contro i civili palestinesi e far entrare aiuti umanitari salvavita nella Striscia. Azione oggi più che mai necessaria alla luce della nuova offensiva lanciata nel Sud, avverte l’organizzazione umanitaria in una nota.

“A Gaza ogni principio di umanità è stato completamente violato. Vediamo ospedali attaccati e trasformati in obitori con staff e pazienti uccisi”, si legge nel Manifesto di Msf che è possibile sottoscrivere qui. Msf è rimasta scioccata e addolorata dall’attacco sferrato da Hamas contro i civili israeliani, si legge ancora nella nota. “È un attacco che condanniamo in maniera inequivocabile. Oggi, dopo quasi due mesi, le parole non riescono a descrivere l’assoluto orrore inflitto dal governo israeliano ai civili palestinesi con questa guerra incessante e indiscriminata sferrata sotto gli occhi del mondo intero”.

Le autorità israeliane hanno mostrato un evidente e totale disinteresse per la protezione delle strutture sanitarie di Gaza, ribadisce Msf. Sono state colpite da attacchi aerei, carri armati e spari, circondate e assaltate, staff e pazienti sono stati uccisi. Il personale medico, compreso quello di Msf, è completamente esausto, pervaso da profonda disperazione. Sono stati costretti ad amputare arti di bambini pluri-ustionati e gravemente feriti, senza anestesia né strumenti chirurgici sterilizzati. Le persone stanno morendo di dolore. A causa delle evacuazioni forzate imposte dai soldati israeliani, alcuni medici si sono trovati nella drammatica posizione di dover abbandonare i propri pazienti affrontando una scelta impossibile: la propria vita o quella dei loro pazienti – prosegue la nota –. Non c’è alcuna giustificazione possibile che possa legittimare azioni di tale atrocità.

Msf ha recentemente inviato a Gaza un team internazionale di emergenza per sostenere i colleghi palestinesi con servizi medici e chirurgici forniti alle strutture sanitarie. Purtroppo, le loro attività sono state gravemente limitate dall’elevato numero di feriti, dalla distruzione delle infrastrutture, dalla mancanza di materiali essenziali come il carburante e dalla persistente insicurezza. Gaza, sotto il blocco imposto da Israele dal 2007, è la più grande prigione a cielo aperto al mondo. Dall’inizio della campagna militare il governo israeliano ha attuato un “assedio totale” su Gaza, vietando l’ingresso di acqua, cibo, carburante e forniture mediche per i 2,3 milioni di civili intrappolati nell’enclave, scrive ancora l’organizzazione. Sottoporre un’intera popolazione a una punizione collettiva è un crimine di guerra per il diritto internazionale umanitario.

Nonostante le affermazioni delle autorità israeliane, l’attacco a tutto campo non è rivolto solo contro Hamas. L’intera popolazione di Gaza viene colpita, senza alcuna distinzione e riserva. Anche le guerre hanno le proprie regole, ma le autorità israeliane noncuranti, impongono una dottrina militare sproporzionata e devastante. Il nord di Gaza rischia di essere cancellato dalle mappe. Almeno 1,7 milioni di persone sono sfollate secondo le Nazioni Unite. A questi civili è stato imposto con la forza di trasferirsi a sud ma le autorità israeliane stanno bombardando anche quell’area. Nessun luogo è sicuro.

Msf chiede che i feriti, così come chiunque desideri lasciare Gaza, possa farlo in sicurezza attraverso il valico di Rafah, senza pregiudicare il loro diritto al ritorno. “Un cessate il fuoco permanente è l’unico modo per fermare l’uccisione di altre migliaia di civili e garantire il passaggio di aiuti umanitari disperatamente necessari. Msf chiede, inoltre, l’istituzione di un meccanismo indipendente per supervisionare un flusso adeguato, prevedibile e costante di forniture umanitarie a Gaza. Gli attacchi indiscriminati devono finire ora. I trasferimenti forzati devono finire ora. Gli attacchi contro ospedali e operatori sanitari devono finire ora.  L’assedio e le restrizioni degli aiuti devono finire ora”. Tutto questo deve finire ora, conclude Msf.

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