12 dicembre 2014 ore: 17:35
Immigrazione

Continuano gli arrivi via mare. L'Oim: testimoni raccontano di un naufragio con 47 vittime

Sono 163.369 i migranti e richiedenti asilo arrivati via mare in Italia dal 1 gennaio al 30 novembre 2014. Quella siriana è stata anche a novembre la nazionalità più numerosa: quasi 3 mila arrivi sui quasi 10 mila del mese. Per la prima volta in Italia persone fuggite da Kobane
Immigrazione, barcone in arrivo sulle coste italiane, sbarchi

ROMA - Sono 163.369 i migranti e richiedenti asilo arrivati via mare in Italia dal 1 gennaio al 30 novembre 2014. I dati, forniti dal ministero dell’Interno italiano, mostrano come a novembre siano giunte 9.923 persone, solo un terzo rispetto a 26.107 arrivi registrati nel mese di settembre.
“In queste ultime settimane ci sono stati molti giorni di cattivo tempo", spiega Federico Soda, Capo Missione dell’Oim in Italia, il quale nota che “nonostante le condizioni meteo invernali siano più difficili, i flussi via mare verso l’Europa stanno continuando”.

Quella siriana è stata anche a novembre la nazionalità più numerosa: quasi 3.000 arrivi, un terzo del totale del mese. Gli Eritrei sono stati invece circa 300. “Abbiamo rilevato come ultimamente i Siriani stiano provenendo essenzialmente dalla Turchia, mentre dalla Libia arrivano migranti di origine sub-Sahariana - afferma Soda -. Allo stato attuale non possiamo ancora dire se si tratti di una nuova tendenza, ma cercheremo di capire quanto prima se le rotte stiano subendo delle variazioni”.

Nel 2014 i siriani hanno rappresentato il gruppo più numeroso, con circa 40 mila arrivi, seguiti dagli eritrei, circa 34 mila dal mese di gennaio. Nel 2013, in questo stesso periodo, i siriani giunti in Italia erano 10.852 e gli eritrei 9.123, mentre gli arrivi di persone provenienti da Mali, Nigeria, Gambia, Palestina e Bangladesh erano meno della metà rispetto a quest’anno.

Nel corso di questa settimana i team dell’Oim Roma presenti in Sicilia hanno incontrato e fornito assistenza a molti dei 391 migranti e richiedenti asilo (per la maggior parte siriani e palestinesi) arrivati mercoledì 10 dicembre ad Augusta e partite dal porto di Mersin, in Turchia, a bordo di un peschereccio di grandi dimensioni. Per la prima volta gli operatori Oim hanno rilevato la presenza di persone fuggite dalla città di Kobane, attualmente ancora sotto assedio. Si tratta di una famiglia composta da 15 elementi, tra cui una signora di circa 70 anni, le sue figlie, i rispettivi mariti e numerosi nipoti, compresi alcuni neonati.

I membri della famiglia hanno raccontato di aver lasciato Kobane lo scorso 22 settembre e di essersi recati presso il Campo profughi turco di Suruc. Le difficili condizioni di vita all’interno del campo li hanno spinti ad andarsene e a tentare la traversata verso l’Italia. Hanno venduto i loro averi (tra cui vari oggetti in oro) per pagarsi il viaggio, che è costato 6 mila euro a persona per tutti i “passeggeri” oltre i 7 anni di età. Secondo la loro testimonianze, sarebbero molte le persone che, dopo essere fuggite da Kobane, stanno ora lasciando il Campo di Suruc. Un numero rilevante sceglie di andare in Grecia perché la traversata via mare è molto costosa ed estremamente pericolosa.

Il Capo Missione Oim Itala racconta come la tariffe richieste dai trafficanti sembrano aumentate: “Il viaggio dalla Turchia ha prezzi variabili: se un’imbarcazione carica più di 500 migranti, allora vengono richiesti 4.500 dollari a persona, se invece i migranti a bordo sono meno di 500, la cifra sale a 6 mila dollari”.

Secondo le testimonianze raccolte ad Augusta, i migranti hanno lasciato Mersin il 29 settembre a bordo di una imbarcazione piuttosto piccola: i trafficanti – di nazionalità turca ed egiziana – hanno raggruppato in alto mare un numero imprecisato di imbarcazioni dalla stazza limitata, per poi trasferire tutti quanti i migranti su un peschereccio d’acciaio molto grande, che ha poi impiegato circa 7 giorni a raggiungere le acque italiane. L’imbarcazione è stata in seguito soccorsa da una unità della Guardia Costiera islandese e da un rimorchiatore spagnolo.

Domenica scorsa, 7 settembre, era invece arrivata – sempre al porto di Augusta – la nave “Cigala Fulgosi” della Marina Militare italiana, con a bordo 557 migranti sub-Sahariani. Tra questi c’erano i sopravvissuti di un naufragio già riportato qualche giorno fa e che ha causato almeno 18 vittime. Secondo i sopravvissuti – principalmente nigeriani, senegalesi e maliani – il numero delle persone disperse comprenderebbe altri 10 migranti.

Tra i 557 sbarcati dalla “Cigala Fulgosi” vi erano anche i sopravvissuti di un altro naufragio, avvenuto il 5 dicembre. Incontrati dal personale Oim, i migranti – quasi tutti gambiani – hanno raccontato di essere partiti in circa 110 a bordo di un gommone da Tajura, in Libia, la notte del 4 dicembre. Il gommone ha cominciato ha imbarcare acqua dopo poche ore e al momento dell’arrivo dei soccorsi 47 persone erano già cadute in mare e disperse. Tra i dispersi anche una donna incinta.

Nel frattempo sono giunte anche notizie dallo Yemen, dove la locale Missione dell’Oim ha ricevuto conferma che le vittime del naufragio avvenuto qualche giorno fa nello stretto di Bab al-Mandab, al largo del porto di Al-Makha, sono in totale 24. Le vittime sono tutte di nazionalità etiope e al momento sono stati recuperati 21 corpi.
Con queste ultime drammatiche notizie, il numero delle persone che quest’anno hanno perso la vita nel tentativo di fuggire vie mare dall’Africa è salito a circa 3.500: circa sei volte il numero dello scorso anno.

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