13 ottobre 2013 ore: 12:14
Immigrazione

Continuano gli sbarchi. Letta: "Da lunedì missione militare umanitaria"

L'annuncio del presidente del Consiglio dopo le notizie di altri interventi di recupero di migranti in mare, mentre si pensa ai funerali di stato per le vittime. Continua l'impegno delle associazioni, mentre dall'Unhcr l'appello all'Unione europea: "Creare luoghi sicuri per lo sbarco dei rifugiati"
Paolo Tre/A3/contrasto Enrico Letta

box ROMA -  Le tragedie del mare non fermano i migranti. Dopo l'ennesimo naufragio tra Malta e Lampedusa, costata la vita a 34 persone, di cui dieci bambini e diversi altri dispersi, dalla Marina Militare italiana arriva la notizia di un altro gommone con 14 persone a bordo soccorso a 50 miglia a sud di Lampedusa. Tra i migranti soccorsi, anche 3 donne di cui una al nono mese di gravidanza trasferita con l'elicottero presso il presidio ospedaliero di Lampedusa. L'ultimo di una serie ormai quotidiana di interventi di recupero. Solo nella mattinata di sabato le navi della Marina militare hanno soccorso altri 87 immigrati.

Una situazione che sta diventando incandescente. Secondo i racconti dei 146 sopravvissuti al naufragio di venerdì e soccorsi dalle autorità maltesi, appena partiti dalle coste libiche, il barcone sarebbe stato raggiunto da proiettili spararti da una motovedetta. Secondo la testimonianza dei migranti si tratterebbe di una nave battente bandiera libica, ma le autorità di Malta hanno aperto un'inchiesta. Intanto, sono partite stamattina da Lampedusa le bare dei 150 migranti defunti sulla nave Cassiopea della Marina Militare che porterà i feretri a Porto Empedocle per trasferire le salme ai comuni che si sono resi disponibili per la sepoltura. Per le vittime, ci sarebbe anche l'ipotesi di funerali di Stato, secondo quanto affermato dalla ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge, ospite della trasmissione "Che tempo che fa": "E' l’auspicio del premier Letta, ma noi dobbiamo essere concreti sulle risposte che diamo", abbiamo ricevuto diverse richieste di rimpatrio da parte dei famigliari e anche da parte dell’Eritrea".

Intanto, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, annuncia una "missione militare umanitaria", operativa da lunedì. "L’emergenza è a minuti, non si posso aspettare decisioni a marzo o aprile - ha detto Letta, partecipando ad un forum sul quotidiano online Repubblica -, noi italiani non scarichiamo la colpa sull’Europa, noi facciamo subito la nostra parte: abbiamo cominciato nei giorni scorsi a ipotizzare la costituzione di una missione militare umanitaria, navale, aerea che dovrà mettere in condizione il Mediterraneo di essere un mare più sicuro, mare che oggi è una tomba". Il presidente del Consiglio, poi, è intervenuto anche sulle norme in materia d'immigrazione. "Non c’è dubbio che il nostro Paese debba adottare nuova normativa sul diritto d’asilo, perché quello è il tema chiave - ha affermato - ho sempre ritenuto sbagliato il reato di clandestinità, ma siamo una grande coalizione nella quale è normale ci siano delle contraddizioni".

Dall'Alto commissario delle nazioni unite per i rifugiati, António Guterres, l'appello all'Unione europea affinché si faccia carico della sorte dei migranti. "Vanno creati meccanismi efficaci e prevedibili per l'individuazione di luoghi sicuri per lo sbarco dei rifugiati e dei migranti soccorsi - spiega l'Unhcr -. È opportuno potenziare le strutture di accoglienza a Malta e a Lampedusa e creare strutture aggiuntive, che prevedano l’accesso all'assistenza e alle cure". Secondo l'Alto commissariato, inoltre, bisogna prevedere meccanismi per cui "lo sbarco non implica necessariamente la responsabilità esclusiva per la presa in carico e l’individuazione di soluzioni da parte dello Stato in cui sono sbarcate le persone soccorse in mare".

Le associazioni, intanto, confermano il loro impegno e la disponibilità ad intervenire. "Si è attivata di nuovo la rete solidale nelle varie diocesi - annuncia la Caritas in una nota - e ieri sera 35 minori sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre sono arrivati a Caltagirone, in provincia di Catania, accolti in una struttura messa a disposizione dalla Caritas. Si tratta per lo più di eritrei e somali non accompagnati". A dichiarare la propria disponibilità anche le Misericordie. “Siamo pronti a partire con volontari e strutture sanitarie - fa sapere il presidente nazionale delle Misericordie d’Italia, Roberto Trucchi -. Gli Stati, europei e non solo, e le autorità internazionali prendano atto che siamo di fronte a una grande emergenza umanitaria e agiscano: centinaia di persone che muoiono, con drammatica regolarità, ogni settimana, non possono essere ignorati, né considerati un problema locale”.

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