Contrabbandieri e trafficanti: chi sfrutta il business degli sbarchi
Contatti. Petrades, un gruppo di migranti dominicani controlla i contatti dei loro 'agenti' o trafficanti, che organizzano il viaggio. Dal centro America sono necessari quasi 2 mila dollari per arrivare in Grecia, senza garanzie nè certezze
MILANO - I migranti che intraprendono i viaggi della speranza sui barconi in otto casi su dieci si sono rivolti a contrabbandieri. Lo dice l'ultimo rapporto della Global initiative, un organismo internazionale che raccoglie associazioni ed esperti che si occupano di crimine organizzato. Sono loro che si occupano della logistica, che preparano il viaggio dai Paesi d'origine fino ai porti da cui si viaggia verso l'Europa (dalla Libia soprattutto). È un sottobosco criminale molto variegato che sfrutta le tensioni della zona per fare business.
Chi sono i contrabbandieri, è difficile dirlo. Farne un unico profilo è impossibile: spesso sono "ex nomadi, pescatori e immigrati che collaborano con la polizia locale", si legge nel rapporto. A volte questi gruppi criminali che gestiscono i traffici sono ben organizzati, altre invece si tratta di "passatori" improvvisati, che sperano di racimolare qualche briciola di questo enorme business. I contrabbandieri una volta arrivati nelle città portuali della Libia abbandonano i migranti: non corrono certo il rischio di morire in mare. Tanto che la maggior parte delle imbarcazioni che approdano in Sicilia sono pilotate dagli stessi migranti.
Più organizzata è la rete criminale di chi fa tratta degli esseri umani. Rispetto al contrabbandiere, che sfrutta il desiderio di partire del migrante, il trafficante di uomini che fa compie il reato di tratta trasporta le sue vittime contro la loro volontà. Il confine tra i due casi è labile ora che l'intera Africa settentrionale (a cui vanno aggiunti il Mali, il nord della Nigeria e la Somalia) è in guerra.
"Il business della tratta di esseri umani genera in media 25,91 miliardi di dollari – si legge in Futuri contrabbandati – e stando ai rapporti delle Nazioni Unite, il 52,5% delle vittime note della tratta di esseri umani sono soggette allo sfruttamento sessuale". In Italia questo particolare mercato si è sviluppato soprattutto a Torino, Verona e in Lombardia. Tra chi percorre queste rotte, le vittime principali sono le giovani donne nigeriane, spesso minorenni. (lb)