17 gennaio 2018 ore: 14:01
Non profit

Cooperazione, Coe in Camerun: portiamo i diritti nelle carceri

"Grazie al coinvolgimento di avvocati abbiamo accellerato i tempi dei processi, uno dei grandi problemi del Camerun. Gli imputati in attesa di giudizio sono tantissimi e possono trascorrere anche due anni per ritrovarsi con una pena di pochi mesi". ...
Coe in Camerun

"Grazie al coinvolgimento di avvocati abbiamo accellerato i tempi dei processi, uno dei grandi problemi del Camerun. Gli imputati in attesa di giudizio sono tantissimi e possono trascorrere anche due anni per ritrovarsi con una pena di pochi mesi". Lo ha detto all'agenzia DIRE Clara Carluzzo, responsabile dei progetti del Centro orientamento educativo (Coe). Il Coe concludera' a fine mese il progetto 'Scateniamoci!' al via tre anni fa nelle carceri di tre citta' del Camerun.

Oltre all'assistenza giudiziaria, sono stati ottenuti risultati anche nell'assistenza sanitaria. "Sono state rafforzate le infermerie all'interno delle carceri, ma anche il collegamento con gli ospedali della zona, specie per i casi urgenti" spiega Carluzzo. "Dobbiamo pero' investire di piu' in termini di spazio nelle strutture: malati a rischio di contagio a volte sono costretti a stare nella stessa camera". "L'obiettivo che si pone il Coe - continua la responsabile - e' ridurre l'intervento diretto e rafforzare le cooperative che operano all'interno delle carceri. Sono realta' avviate da poco, hanno bisogno di 'umanizzare' le loro attivita': tra formazione e finanziamenti esterni vorremmo creare piu' responsabilita'".

Il Coe opera da oltre dieci anni all'interno delle carceri, avvalendosi in Camerun di collaboratori ed esperti locali. "Da' molta soddisfazione vedere come paura, buio e violenza siano soprattutto ricordi" sottolinea Carluzzo. "Era impensabile, anni fa, che l'amministrazione carceraria potesse confrontarsi con un detenuto in ambito ricreativo o alimentare, per esempio. Sembrano piccole cose, ma i rapporti umani nei penitenziari sono cambiati e non c'e' piu' lo stato di tensione di una volta".

Il significato della pena e la funzione del carcere nella riabilitazione sociale dei detenuti sono stati argomenti di confronto, questa settimana a Milano, tra avvocati, insegnanti, direttori di carceri e ong. Secondo Carluzzo, la presenza delle ong dimostra che "oltre al consueto e necessario interesse verso la sicurezza alimentare, sta crescendo anche l'attenzione verso il mondo della popolazione carceraria". (DIRE)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news