Cooperazione e migranti, Frigenti: "Serve una nuova narrativa. A partire dalle diaspore"
ROMA - "Serve una narrativa diversa" . Ne è convinta Laura Frigenti, direttrice dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Non parla di progetti finanziati in Africa, America Latina o Asia meridionale ma di un altro impegno, altrettanto decisivo, sul quale pure investire subito.
La parola chiave nell'intervista è "diaspore". Termine declinato al plurale, a indicare le mille anime di quelle "comunità di origine straniera" riconosciute dalla Legge 125 del 2014 come soggetti chiave della cooperazione internazionale. Ecco allora, in occasione di un incontro alla Camera dei deputati promosso dal Centro italiano per la pace in Medio Oriente (Cipmo), l'annuncio di un'iniziativa che mira a creare un sistema.
"Stiamo lavorando con il Consiglio nazionale a un summit delle diaspore da tenersi nel 2017", dice Frigenti. Convinta che sia possibile e necessario, anche traendo esempio da esperienze consolidate come quella francese, "creare una coesione maggiore tra organizzazioni un po' frammentate, dando loro la possibilità di lavorare come sistema, di scambiare le esperienze e di unire le forze".
Migrazioni e crescita sostenibile. Il punto di partenza, cardine della Legge 125 e centrale nella prospettiva dell'Agenzia, è il nesso tra migrazioni e crescita sostenibile. Secondo Frigenti, in prospettiva bisogna "favorire uno sviluppo globale armonico in modo che le differenze esistenti tra Paesi poveri, emergenti e sviluppati siano più soffuse e che ci sia maggiore integrazione". Una sfida difficile, ma alla quale le diaspore possono contribuire, se in rete con le istituzioni e le autorità locali. Significativo che l'incontro alla Camera sia occasione per fare un punto su un progetto per l'integrazione dei rifugiati, in particolare in Piemonte e in Lombardia, che conta sul sostegno del ministero degli Esteri italiano.
Un primo passo, conferma Frigenti, per articolare quella "narrativa diversa" oggi indispensabile. "A causa di una situazione di contrazione economica e delle difficoltà di tante persone a trovare lavoro il contesto mondiale è fortemente polarizzato proprio rispetto al tema delle migrazioni", ragiona la direttrice. Convinta che, però, questa narrativa si possa contrastare grazie a quell'"alleato eccellente" che sono le diaspore.
Come fare? "Raccontando le storie che il pubblico vede poco - risponde Frigenti -; mostrando che nella stragrande maggioranza dei casi i migranti contribuiscono alla nostra economia, pagano i contributi previdenziali, depositano i risparmi in banca, acquistano e usano servizi in Italia e quando hanno successo diventano loro stessi piccoli businessmen che magari danno lavoro tra gli altri anche agli italiani". (DIRE)