2 dicembre 2016 ore: 14:54
Non profit

Cooperazione e sostegno a distanza, la denuncia: criteri troppo restrittivi per gli enti

L'80% delle associazioni che fanno parte del "Forum permanente per il sostegno a distanza" sono esclude dall'elenco dei soggetti riconosciuti dal ministero degli Esteri. Curatola: "Criteri di accesso troppo restrittivi, si viene meno allo spirito della riforma"
Sostegno a distanza, adozioni, mano di adulto e bambino

MILANO - La legge di riforma della cooperazione ha incluso le associazioni, che si occupano di sostegno a distanza, tra i soggetti che possono partecipare a bandi e progetti del Ministero degli Esteri. La riforma è del 2014, ma a distanza di due anni l'80% delle realtà, che fanno parte del "Forum  permanente per il sostegno a distanza", è esclusa. "I criteri per essere iscritti all'elenco delle organizzazioni riconosciute dalla Farnesina sono infatti troppo restrittivi", denuncia Vincenzo Curatola, presidente del Forum che ha organizzato per oggi a Milano il convegno "La cooperazione dei cittadini. Il Sad tra sviluppo e integrazione". Le uniche che sono iscritte sono le grandi Ong, che oltre al sostegno a distanza hanno anche altre attività di cooperazione. "Ma così si viene meno allo spirito della riforma - aggiunge Curatola -. All'articolo 1 della legge 125 del 2014 c'è scritto chiaramente che la cooperazione deve promuovere la partecipazione dei cittadini. Le nostre associazione sono quelle che meglio rispondono a questo spirito, visto che si basano quasi esclusivamente sui contribuiti dei donatori".

Le 131 organizzazioni che aderiscono al Forum aiutano, attraverso il contributo periodico delle famiglie italiane, circa 360mila tra bambini e adulti. Un aiuto a distanza, di circa 30 milioni di euro all'anno, "che permette però uno scambio -sottolinea Vincenzo Curatola-. Le famiglie che donano ricevono in cambio informazioni sulle persone aiutate, notizie dirette sul Paese in cui vivono".
"Anche le associazioni che si occupano di commercio equo e solidale hanno lo stesso problema con il Ministero degli Esteri -aggiunge-. La legge di riforma della cooperazione ci ha fatto sognare, ma per ora la realtà si è rivelata diversa. Per questo chiediamo che sia rivisto il regolamento, che stabilisce i criteri per accedere all'elenco degli enti riconosciuti dal Ministero". (dp)

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