12 novembre 2024 ore: 10:47
Ambiente

Cop29, Unhcr: 90 milioni di persone in fuga per shock climatici

Degli oltre 120 milioni di persone in fuga nel mondo, tre quarti vivono in Paesi fortemente colpiti dai cambiamenti climatici: lo rivela il rapporto di Unhcr "Senza scampo"
Foto: Agenzia Dire Ghiacciaio, ambiente, clima, montagna

0 - Degli oltre 120 milioni di persone in fuga nel mondo, tre quarti vivono in Paesi fortemente colpiti dai cambiamenti climatici: lo rivela il rapporto 'No Escape: On the Frontlines of Climate Change, Conflict and Forced Displacement' ('Senza scampo: in prima linea contro i cambiamenti climatici, i conflitti e gli sfollamenti forzati') dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) diffuso oggi, e realizzato in collaborazione con 13 organizzazioni di esperti, istituti di ricerca e gruppi di rifugiati. Come si legge in una nota, gli autori - che rendono pubblico questo studio in concomitanza della COP29 a Baku, in Azerbaigian - hanno utilizzato i dati più recenti per mostrare come gli shock climatici stiano interagendo con i conflitti, spingendo coloro che sono già in pericolo in situazioni ancora più terribili.

La metà delle circa 90 milioni di persone in fuga, come avverte ancora l'Agenzia Onu, si trova in luoghi colpiti sia da conflitti che da gravi rischi climatici, come Etiopia, Haiti, Myanmar, Somalia, Sudan e Siria. Secondo il rapporto, entro il 2040 il numero di Paesi che dovranno affrontare rischi estremi legati al clima passerà da 3 a 65, la maggior parte dei quali ospiterà rifugiati e sfollati interni. Allo stesso modo, si prevede che entro il 2050 la maggior parte degli insediamenti e dei campi rifugiati sperimenteranno il doppio dei giorni di

caldo estremo.

"Per le persone più vulnerabili del mondo, i cambiamenti climatici sono una dura realtà che incide profondamente sulle loro vite", ha dichiarato Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. "La crisi climatica- prosegue Grandi- sta provocando sfollamenti in regioni che già ospitano un gran numero di persone sradicate da conflitti e insicurezza, aggravando la loro situazione e lasciandole senza un posto

sicuro dove andare".

Ad esempio, il devastante conflitto in Sudan ha costretto milioni di persone a fuggire, tra cui 700mila che hanno attraversato il Ciad, che ha ospitato rifugiati per decenni e tuttavia è uno dei Paesi più esposti ai cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, molti di coloro che sono fuggiti dai combattimenti ma sono rimasti in Sudan rischiano di essere costretti a fuggire di nuovo a causa delle gravi inondazioni che hanno colpito il Paese.

Allo stesso modo, prosegue Unhcr, il 72% dei rifugiati del Myanmar ha cercato sicurezza in Bangladesh, dove i rischi naturali, come cicloni e inondazioni, sono classificati come estremi.

"Nella nostra regione, dove tante persone sono sfollate da molti anni, vediamo gli effetti del cambiamento climatico sotto i nostri occhi", ha dichiarato Grace Dorong, attivista per il clima ed ex rifugiata che vive in Sud Sudan. "Spero che le voci delle persone contenute in questo rapporto aiutino i decision makers a capire che, se non si affronta il problema, il numero di persone in fuga - e l'effetto moltiplicatore del cambiamento climatico - peggioreranno. Ma se ci ascoltano, anche noi possiamo essere parte della soluzione".

Il rapporto evidenzia anche che i finanziamenti per il clima non riescono a raggiungere i rifugiati, le comunità ospitanti e altre persone nei Paesi fragili e in guerra, per cui la loro capacità di adattarsi agli effetti del cambiamento climatico si sta rapidamente deteriorando. Attualmente, come informa ancora l'agenzia Onu, gli Stati estremamente fragili ricevono solo circa 2 dollari a persona in finanziamenti annuali per i piani di adattamento, una carenza sorprendente se confrontata con i 161 dollari a persona negli Stati non fragili.

Quando gli investimenti raggiungono gli Stati fragili, oltre il 90% è destinato alle capitali, mentre gli altri luoghi ne beneficiano raramente.

I risultati sono stati pubblicati durante la COP29 a Baku, in Azerbaigian, dove l'Unhcr chiede che i finanziamenti per il clima raggiungano i più bisognosi in percentuali più alte. L'agenzia per i rifugiati esorta inoltre gli Stati a proteggere le persone in fuga, che devono affrontare l'ulteriore minaccia dei disastri climatici, e a dare voce a loro e alle comunità che li ospitano nelle decisioni finanziarie e politiche.

"L'emergenza climatica rappresenta una profonda ingiustizia", a dichiarato ancora Filippo Grandi. "Le persone costrette a fuggire, e le comunità che le ospitano, sono le meno responsabili delle emissioni di carbonio eppure stanno pagando il prezzo più alto. I miliardi di dollari di finanziamenti per il clima non arrivano mai a loro e l'assistenza umanitaria non riesce a coprire adeguatamente il divario sempre più ampio. Le soluzioni sono a portata di mano, ma è necessaria un'azione urgente. Senza risorse e sostegno adeguati, le persone colpite rimarranno intrappolate". 

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