Coronavirus, emergenza economica: le proposte in campo per chi non ce la fa
ROMA - C’è chi invoca un reddito di quarantena, chi dice di essere già al lavoro su un reddito di emergenza, chi spera nell’allargamento dell’attuale reddito di cittadinanza o nell’assegno universale e chi, infine, spolvera ipotesi accantonate da decenni, come il reddito di base universale. Una cosa è certa: il solo Reddito di cittadinanza, sebbene conti oltre 2 milioni di beneficiari, non basta per far fronte alla bomba sociale che l’emergenza coronavirus sta innescando. Un fronte caldo su cui il governo Conte è già intervenuto con alcuni provvedimenti che tuttavia non potranno esaurirsi nei Dpcm finora adottati. Dopo l’intervento a favore degli autonomi contenuto con il decreto Cura Italia, sabato scorso il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, insieme al ministro dell'Economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, è intervenuto proprio a favore di quanti “non hanno i soldi per fare la spesa”, ha spiegato Conte. Un intervento di 400 milioni per aiuti alimentari, attraverso un’ordinanza della Protezione civile, “distribuiti ai comuni tenendo conto della dimensione demografica - ha spiegato poi Gualtieri - ma anche di requisiti socioeconomici per poter erogare immediatamente un aiuto alle persone più in difficoltà con l’erogazione di buoni spesa, con anche la distribuzione diretta di generi alimentari e prodotti di prima necessità”.
Il governo all'opera: "Lavoriamo per aiutare famiglie in difficoltà"
Dalle dichiarazioni di diversi esponenti del governo, si evince come l'esecutivo sia al lavoro per definire altre misure di sostegno. Già il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, lo scorso 28 marzo aveva assicurato di essere “al lavoro sulle nuove misure per il decreto aprile, dove l'obiettivo è di prevedere, per queste categorie di lavoratori (professionisti e lavoratori autonomi, ndr), un indennizzo di importo superiore”. In una intervista rilasciata sempre il 28 marzo alla Stampa, invece, il viceministro dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, aveva aggiunto la possibilità di un “reddito di emergenza, o reddito straordinario”, almeno fino al ritorno della normalità, con una contemporanea semplificazione delle procedure di accesso al reddito di cittadinanza “allargandolo a chi non ce l'ha, e senza le condizioni previste”. A confermare i lavori in corso in questo senso, anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio che stamattina, intervenendo su Rai Uno, ha ribadito: “Stiamo lavorando a un reddito di emergenza per aiutare le famiglie in difficoltà”.
L'Alleanza contro la povertà: "Aiutare chi è nel bisogno"
Intanto, dall'Alleanza contro la povertà arriva il plauso per le misure fin qui adottate a sostegno delle famiglie in difficoltà. “Da un lato è importante aver riconosciuto e rafforzato il ruolo dei comuni quali enti di prossimità che agiscono insieme al terzo settore e alle parti sociali - si legge in una nota dell’Alleanza -. Dall'altro apprezziamo che si sia annunciato un intervento straordinario che affronti l'emergenza legata alla riduzione dei redditi al fine di prevenire l'aumento della popolazione in condizione di bisogno”. Per l’Alleanza, tuttavia, si può fare ancora di più.
“È necessario individuare strumenti idonei a sostenere la fascia di popolazione che è ancora esclusa dalle misure esistenti, ed adottare i necessari provvedimenti connaturati alla situazione di emergenza che il Paese sta affrontando”
spiega il cartello di associazioni in una nota. La strada potrebbe essere quella di “rivedere i criteri di accesso al Reddito di cittadinanza - aggiunge l’Alleanza -, per includere le persone che già oggi sono in condizioni di povertà eppure escluse dal provvedimento”. Altro intervento necessario è inoltre quello di “ampliare il fondo per il RdC, per raggiungere tutte le persone che saranno colpite da questa crisi”. A chiedere l’allargamento della platea di beneficiari del Reddito di cittadinanza è anche Basic Income Network (Bin) Italia che in questi giorni ha lanciato un appello sul web. Tra le richieste, quella di “espandere, ampliando significativamente la soglia di accesso, la misura del Reddito di cittadinanza per raggiungere tutte e tutti coloro che sono escluse ed esclusi dagli ammortizzatori sociali - spiega l’appello - e di semplificare le procedure ed i criteri di accesso e rendere l’erogazione immediata”.
Il Sea e il Rem: due proposte temporanee per arginare l'impoverimento
Ad avanzare una proposta di una “protezione sociale universale per affrontare subito l’emergenza”, invece, sono l’ex ministro Fabrizio Barca e l’ex coordinatore scientifico dell’Alleanza contro la povertà Cristiano Gori, docente di Politica sociale all’Università di Trento. In un documento del 16 marzo i due avevano già elaborato alcune idee per far fronte alle difficoltà che molte famiglie italiane si trovano a vivere in questi giorni. Una proposta, maggiormente dettagliata, che Forum Disuguaglianze e Diversità e Asvis sottopongono in queste ore proprio al governo Conte. L’idea è quella di integrare il decreto Cura Italia con ulteriori misure: il Sostegno di emergenza per il lavoro autonomo (Sea) e il Reddito di cittadinanza per l’emergenza (Rem). “Il Sea mira a sostituire il bonus una tantum di 600 euro per gli autonomi al fine di sostenere il reddito e tutelare il lavoro - spiega un nota congiunta -. L’importo della misura non è fisso, ma cambia in base alle diverse situazioni: poiché l’obiettivo è di sostenere soprattutto chi è in grave difficoltà, l’ammontare del contributo viene determinato in modo progressivo a seconda delle condizioni economiche del nucleo familiare del lavoratore autonomo. Il Sea punta, inoltre, a mantenere la capacità produttiva del lavoro per cui il suo valore è anche parametrato alla perdita di guadagno (in proporzione al proprio volume abituale di attività), così da supportare in misura maggiore chi subisce più danni”. Il Reddito di cittadinanza per l’emergenza immaginato da Gori insieme al Forum Disuguaglianze e Diversità e Asvis, invece, “utilizza i dispositivi del Reddito di cittadinanza, che viene esteso ai nuovi richiedenti per la durata del periodo di emergenza - aggiunge la nota -. L’obiettivo è costruire subito una diga contro l’impoverimento, raggiungendo tutta la popolazione in condizione di necessità e che non beneficia di altre prestazioni di welfare. Il vantaggio di questa misura è che rimodula uno strumento già esistente e prevede, per velocizzarne l’attuazione: la riduzione della documentazione necessaria, la semplificazione delle procedure, l’informazione automatica degli aventi diritto, la modifica dei vincoli legati al patrimonio mobiliare e immobiliare, l’allentamento temporaneo delle sanzioni legate alla condizione di lavoro irregolare”. Due misure “temporanee ed eccezionali - precisa la nota diffusa oggi -, la cui durata è uniformata a quella delle prestazioni straordinarie per il lavoro dipendente introdotte in seguito al diffondersi della pandemia”.
Per le famiglie l'assegno unico universale: "Ora, senza se e senza ma"
A chiedere più attenzione alle famiglie e al numero dei figli presenti nei diversi nuclei è, invece, il Forum nazionale delle associazioni familiari. “Purtroppo solo adesso, nel momento della piena emergenza, tutti stanno pian piano arrivando alla proposta che noi avevamo formulato in tempi non sospetti: mettere risorse vere nelle tasche delle famiglie italiane - afferma Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari -. È questa l’unica soluzione efficace per evitare la crisi del Paese, anche di ordine pubblico. C’è urgenza di dare risposte ai bisogni reali e concreti delle nostre comunità, fatte di milioni di papà e mamme con i loro bambini. Per questo assegno è necessario tener conto innanzitutto del numero di figli che ciascun nucleo ha”. Per De Palo, infatti, le misure finora adottate non sono del tutto soddisfacenti. “Siamo sempre più convinti che l’assegno universale sia rimasta l’unica soluzione concreta ed efficace per risollevare tutti i nuclei familiari con figli e genitori - spiega De Palo -: lavoratori dipendenti in difficoltà, fruitori di reddito di cittadinanza, incapienti, disoccupati, autonomi e, in generale, per i titolari di partite Iva. Il momento di farlo è ora, senza se e senza ma”. Su questo tema, nei giorni scorsi è intervenuto (su Facebook) anche il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti:
“La priorità, soprattutto in questi giorni, è sostenere le famiglie e investire nel valore sociale che continuano a mettere in campo. Dopo i congedi parentali e il bonus babysitter, ho annunciato che proporrò un assegno straordinario mensile per i figli per tutto il 2020, almeno 100 euro per ciascun figlio”.
Alleanza delle Cooperative: una proposta per pagare gli affitti
A chiedere una “misura straordinaria a sostegno del pagamento del canone di locazione per nuclei familiari a basso reddito e che ne sono rimaste temporaneamente prive” è invece l’Alleanza delle Cooperative italiane. La proposta è quella di un emendamento all’art. 54 del decreto Cura Italia, che preveda “un incremento della dotazione del Fondo inquilini morosi incolpevoli di 50 milioni di euro per il 2020 - si legge in una nota -, con un capitolo di spesa separato e aggiuntivo, e un allargamento dei soggetti beneficiari, che includa le famiglie che sono in locazione in alloggi di housing sociale e di cooperative di abitanti a proprietà indivisa, che svolgono una funzione di welfare sussidiario rispetto all’accesso alla locazione”. La dotazione aggiuntiva, spiega l'Alleanza, “potrebbe essere utilizzata con le stesse procedure operative previste per la gestione del Fondo stesso, ma come misura preventiva, quindi con l’immediata erogazione del contributo direttamente ai proprietari al fine di evitare procedure di sfratto per un periodo massimo di 6 mesi e coprendo il 70% dell‘importo complessivo del canone e delle spese accessorie”.
Un Reddito di quarantena per gli esclusi del "Cura Italia"
Intanto, sul web, cresce il filone degli “esclusi” dal Cura Italia che chiede a gran voce un “reddito di quarantena”. Una proposta rilanciata in queste ore anche dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, secondo cui la misura dovrebbe “superare i limiti del reddito di cittadinanza”, ha affermato su Rainews24, e “dovrebbe valere fino al 31 luglio”. Un intervento, ha aggiunto de Magistris, che “eviterebbe che le persone vengano sfamate dagli usurai e dalla criminalità organizzata”. È Beppe Grillo, infine, riesumare sul suo blog una vecchia proposta, mai presa in considerazione nel nostro Paese: un “reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”. Per Grillo, “è arrivato il momento di mettere l'uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza. L'emergenza che stiamo vivendo potrebbe favorire una svolta epocale, rivoluzionaria, che da molti superficialmente e' stata sempre considerata folle, e che potrebbe cambiare in meglio il nostro futuro”.(ga)