Corpi civili di pace, “avviare al più presto la sperimentazione”
ROMA - “Due anni di ritardo sono tanti, la sperimentazione dei corpi civili di pace deve partire al più presto”. Per Giulio Marcon, deputato di Sel e promotore della proposta di legge che permette a gruppi di giovani volontari di svolgere azioni di pace nelle aree di conflitto, il tempo ormai è agli sgoccioli. L’avvio del progetto era previsto dalla legge di stabilità del 2013 ma ancora non sono stati presentati i decreti attutativi. Oggi durante il tavolo di discussione “Corpi civili di Pace, tra sperimentazione e stabilizzazione”, associazioni e rappresentati del Governo hanno cercato di fare un punto della situazione.
“In Italia è più facile cambiare la Costituzione che far partire la sperimentazione dei Corpi Civili. Il nostro obiettivo è quello di ripensare il concetto di pace: non servono le armi per difendere un Paese. Quasi 4000 persone in Italia hanno già fatto esperienze all’estero di questo tipo”, continua Marcon. Resta poco più di un anno per dare inizio alla sperimentazione dei Corpi Civili: “Dobbiamo selezionare 500 giovani in 15 mesi. Abbiamo paura di non poter rispettare i tempi. Chiediamo al Governo l’impegno di far partire i primi giovani entro la fine del 2016”.
Bisogna poi capire come passare dalla sperimentazione alla stabilizzazione. “Abbiamo presentato una proposta di legge firmata da 70 parlamentari di diversi schieramenti politici. Ora aspettiamo delle risposte dal Governo”, conclude Marcon. Il testo presentato definisce i Corpi Civili di Pace come gruppi operativi non violenti e non armati formati da operatori di pace, volti a realizzare attività di prevenzione, mediazione, costruzione della pace e ricostruzione civile nelle aree di conflitto. Hanno l’obiettivo di promuovere la riconciliazione e prevenire conflitti armati. In concreto i giovani volontari dovranno sostenere i processi di democratizzazione, monitorare il rispetto dei diritti umani e dare sostegno a profughi, sfollati e migranti e alle popolazioni che fronteggiano emergenze ambientali. A gestirli sarà l’Ufficio nazionale per il Servizio Civile. Prima di partire dovranno seguire un corso formativo di almeno 400 ore. Nella proposta si chiede anche di estendere i progetti a tutti i cittadini italiani e stranieri tra i 18 e i 65 anni. (Gabriella Lanza)